NOW PLAYING: DANGANRONPA ANOTHER EPISODE: ULTRA DESPAIR GIRLS - Meno traumi, più azione



Terzo e ultimo appuntamento con la serie di "Danganronpa", in attesa dell'uscita di V3, ormai imminente.

"Another Episode: Despair Girls" è un titolo che si discosta molto dallo stile caratteristico della serie. Non solo si concentra su una porzione di storia molto ampia, invece che riguardare la corsa alla sopravvivenza di un gruppo di studenti, ma introduce un gameplay totalmente inedito.
Lontano dall'essere il mio capitolo preferito, è comunque un gioco godibile.

Trama: Ambientata un anno dopo il primo gioco ma precedente al secondo, la storia vede come protagonista Komaru Naegi, la sorella minore di Makoto. La ragazza, rinchiusa in un appartamento situato a Towa City, è ignara del caos che sta accadendo nel mondo esterno. All'improvviso viene attaccata da vari Monokuma ed è costretta a scappare. Mentre l'intera città viene soggiogata dai sadici orsacchiotti, la ragazza, aiutata dagli amici di Makoto, sarà costretta ad affrontare la vera disperazione...

Sviluppato dalla Spike Chunsoft e uscito tra il 2014 e il 2015, in tutto il mondo, per la PS Vita, per poi approdare su PS4 e PC quest'anno, "Danganronpa Another Episode: Despair Girls" è il terzo capitolo dedicato alla storia della Hope's Peak Academy, nonostante la trama non sia strettamente legata all'accademia.

La protagonista, Komaru, è la sorella dell'inutile Makoto Naegi, protagonista del primo gioco. Makoto, nonostante fosse stato accettato nella prestigiosa scuola come uno studente fortunato, diciamo che è stato perseguitato dalla iella suprema, visto che si è trovato davanti morti e apocalissi. Komaru non è da meno. Le succede di tutto e di più: vede gente innocente morire, una città cadere nella disperazione, bambini e orsi omicida. Si vede proprio che è sua sorella! Non me li farei amici neanche sotto tortura.
Vediamo ritornare dei personaggi dal primo gioco: ovviamente sono studenti sopravvissuti che mi tocca nominare, anche se significa spoilerarvi cose del primo gioco. Però mi limiterò solamente a un nome, così da limitare i danni: Toko Fukawa. Già, il prodigio della scrittura e del disagio tipico delle peggiori fangirl è riuscita a sopravvivere al Killing Game (contro ogni mia aspettativa, devo ammettere, ero pronto a vederla cadavere già dal secondo caso). Qui, per la prima volta, è giocabile. Lei è Komaru sono gli unici personaggi giocabili della storia.
Komaru mi è risultata più simpatica di suo fratello, anche se ho notato che il gene dell'inutilità è proprio di famiglia. Toko, invece, l'ho rivalutata parecchio in positivo.
Passiamo ai volti nuovi.
Il villain principale non è Monokuma, stavolta. Cioè, ovviamente è presente anche in questo gioco e in massa (centinaia di piccoli orsi infami...si salvi chi può), ma la vera piaga della storia sono...dei bambini. Sì, Komaru viene presa di mira da un gruppo di cinque bambini, che si fanno chiamare i "Warriors of Hope", ovvero "Guerrieri della speranza". Ironico, il nome fa pensare a un gruppo di eroi provenienti da un gioco di Final Fantasy, ma in realtà sono promettenti serial killer, ognuno entrato in una spirale di disperazione dopo una serie di traumi infantili. Si chiamano Jataro (soprannominato "Figlio di Leatherface"), Nagisa ("U cornuto", vista la sua strana capigliatura), Kotoko ("Hiyoko 2 la vendetta"), Masaru ("Il piccolo redhead") e la loro leader, Monaca.
Ecco, parliamo di Monaca. La prima volta che la vedete, piuttosto che sconfiggerla, come ogni buon villain che si rispetti, preferireste andarla ad abbracciare, coccolarla e portarla a casa per crescerla come la dolce sorellina che non avete mai avuto. Sul serio, è l'unica bambina virtuale per cui io abbia mai provato tenerezza (Nanako di "Persona 4" ci era andata vicino). Ma siamo a Danganronpa, mai fidarsi delle cose pucciose (Monokuma e Hiyoko insegnano). In poche parole: MONACA È UNA BIMBA SATANA. Quindi non cascateci come il sottoscritto. Vi risparmiate un trauma.
Ovviamente anche i bimbi malefici sono dei prodigi in un determinato campo. Tuttavia, nonostante siano davvero cattivi, sono caratterizzati molto bene e hanno una storia personale intensa, tanto da portarci a simpatizzare per loro.
Non è finita qui. Conoscerete anche degli adulti molto importanti, come i parenti di alcuni personaggi del primo Danganronpa (ignari del destino dei loro amati, sigh...) e il misterioso Haiji Towa, indispensabile per risolvere i misteri di Towa City.
Infine conosciamo due varianti di Monokuma. Esatto, già ci tocca sorbirci e distruggere eserciti di quello normale, comprese delle varianti più letali e mostruose, ma interagiremo anche con due nuove specie uniche, Shirokuma e Kurokuma. Il primo è un orsacchiotto bianco, pacifico e adorabile; il secondo è nero, logorroico, cattivo e mafioso. Che bello...
Altri villain minori sono i Monokuma Kid, bambini soggiogati dalla dolce Monaca. Come se i guerrieri de stoca...ehm, volevo dire della sperenza, non bastassero.

La storia è completamente diversa dal Danganronpa a cui siamo abituati. Invece di processi e indagini, non faremo altro che scappare, combattere e ribellarci ai tiranni della città. Komaru, da ragazza indifesa, è costretta a diventare un'eroina guerriera. Te credo, sennò dura quanto un gatto in tangenziale. È una storia molto action. Morti, traumi e sangue rimangono, però. In quantità minore, per fortuna, ma ci sono.
Le influenze dark sono presenti anche qui, soprattutto per quanto riguarda la storia personale dei bimbi malefici: quello che li ha spinti a diventare villain fa accapponare la pelle. Ecco un'altra cosa di Danganronpa che mi piace: tratta di fenomeni sociali molto oscuri come bullismo e violenze, in maniera molto realistica e attuale. L'impatto emotivo è bello forte.
I colpi di scena non mancano e sono forti, soprattutto nell'atto finale.
A livello di traumi, questo gioco è più leggero, ma la sua storia è comunque in grado di impressionare il giocatore.

Il gameplay è lontano anni luce da quello caratteristico della serie. Non pensate minimamente di trovarvi davanti a processi e indagini, non ce n'è la minima traccia. Qua è tutto correre, combattere, esplorare (unico elemento in comune con i primi giochi) e sparare. È decisamente un gioco dalle tinte action e shooter. Una specie di Resident Evil, insomma, solo che al posto degli zombie ci sono i Monokuma...che se la battono, a livello di horror. Inoltre è tutto in terza persona.
Come già detto, possiamo controllare due personaggi, Komaru e Toko, ognuna con delle abilità e mosse proprie.
Komaru è il personaggio che useremo per la maggior parte del gioco. La sua arma è una pistola a forma di megafono, in grado di sparare vari tipi di proiettili: c'è il tipo standard, quello paralizzante, quello ipnotizzante e molti altri tipi. I suoi parametri e la sua arma si possono potenziare grazie all'utilizzo delle Monocoins, monete ottenibili distruggendo gli odiosi Monokuma.
Toko è totalmente diversa. Tecnicamente non useremo Toko, ma il suo psicopatico alterego Genocide Jack (altro spoilerino del primo gioco). Della serie "Non ce n'è uno sano di mente". Si può attivare dopo aver riempito una particolare barra ed è molto utile da richiamare se si è nei guai. La cara pazza, infatti, è invulnerabile, e comincia a maciullare i nemici a suon di sforbiciate letali. Beh, almeno si rivela più utile che nel primo Danganronpa.
Attraverseremo vari livelli e al termine di ognuno di essi affronteremo un boss. Indovinate chi sono i boss? Ovviamente i bimbi satana guerrieri della speranza! Finito il livello, ci viene assegnato un voto. Più alto è, più ricompense otteniamo.
Ci sono anche alcuni collezionabili da trovare per i livelli, come file (fa molto Resident Evil) e adesivi dei guerrieri della speranza. Insomma, ci vuole un po' per ottenere il platino.

Nonostante non ci siano omicidi, muore comunque un sacco di gente, visto che i Monokuma assaltano un'intera città. Quindi vedremo parecchi corpi...senza caratteristiche facciali e vestiti, sono solo delle silhouette blu scuro o viola in 3D. Attacco di pigrizia o scelta orchestrata? Personalmente vedere questi così riversi a terra non mi hanno sconvolto più di tanto. Ovviamente il sangue rosa shocking è presente a flotti.

A differenza dei giochi precedenti, "Another Episode" è totalmente in 3D, a parte gli sprite stile anime che appaiono nei dialoghi. Ci sono alcune cut-scene animate.
La sigla e la colonna sonora sono carine, dello stile tipico della serie, ma non sono memorabili quanto quelle dei predecessori.

La storia di questi primi tre giochi si conclude nell'anime "Danganronpa 3: The End of Hope's Peak Academy", in cui i percorsi dei personaggi di tutti i giochi si incrociano, dando vita a un gran finale. Spero di riuscire a vederlo presto.

Devo ammettere che questo terzo titolo, a differenza dei primi due, non mi ha fatto impazzire tanto, a livello generale. È una piacevole esperienza action, con una storia più ampia e comunque intensa, ma gli manca il fascino dei suoi predecessori. Inoltre ci sono troppi pochi traumi. Tecnicamente dovrebbe essere un bene, visto che il secondo Danganronpa mi ha lasciato sconvolto per tanti giorni, però ci avevo fatto l'abitudine.

Ora che la storia legata a Makoto, Hajime & Co. si è conclusa (per ora), è ora di prepararsi a un nuovo capitolo. Come sarà V3? Lo attendo con ansia. Saremo pronti a sopportare nuovi traumi? La risposta è decisamente "per niente".

RedNerd Andrea

Personaggio preferito: Probabilmente Toko. Strano ma vero. Ma meritano anche i cinque bimbi satana. Nonostante ti vogliano morto, hanno una storia davvero toccante alle loro spalle.

Commenti

  1. È uscita la mia saga preferita! Non ci posso credere! (cit. Rolando). I cattivi sono sempre degli orsacchiotti felici e coccolosi con l'aggiunta di 5 bimbi e una suora. Questo mi fa pensare a titoli del tipo:

    -"assassin's creed: la suora assassina del wwf"
    - "resident evil 666: nun edition",
    -"i cavalieri della speranza: gli anni della foca".


    Si, ho veramente fatti i giochi di parole con "Monaca".

    I protagonisti sono sempre dei campioni olimpionici nei 400 metri obitorio, lancio del malocchio e tiro al piattiella...

    Nel complesso si spara e non si fanno i processi. Mi piace molto il concept: giustizia sommaria. All'ISIS piace questo elemento.


    Mareval94

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