NOW PLAYING: VIRTUA FIGHTER 2 - Quel maledetto quarto livello




Oggi si parla di un vero e proprio classico dei picchiaduro, la cui presenza era fissa nelle sale giochi e ora è possibile giocarlo grazie al Playstation Store: sto parlando di "Virtua Fighter 2", secondo capitolo della serie di combattimento "Virtua Fighter" e credo, tra tutti i capitoli usciti finora, il più famoso, giocato e soprattutto odiato.


Trama: Dei combattenti provenienti da tutto il mondo gareggiano in un torneo per ottenere fama e gloria. Tuttavia, a loro insaputa, il sindacato organizzatore del torneo li sta usando per perfezionare il suo cyborg guerriero...

Sviluppato da SEGA-AM2 e rilasciato inizialmente nel 1994 (mi sento improvvisamente vecchio...) per i cabinati arcade, "Virtua Fighter 2" è uscito in seguito per moltissime console, come il Sega Saturn (1995), Windows (1997), Sega Genesis e Mega Drive (1996), per poi essere disponibile anche per console moderne come la PS3 e la Wii.

Lo scopo del gioco è semplice: bisogna affrontare tutti i personaggi fino ad arrivare al boss finale, Dural, il cyborg del sindacato J6. Il percorso di gioco è uguale per tutti: ogni livello ha un personaggio fisso, infatti se si arriva al livello di Akira giocando nei panni di Akira, si combatte Akira ma con un altra skin.

La trama è ancora più semplice, anzi è decisamente banale: gente che entra nel torneo per la fama. "Virtua Fighter" ha il bruttissimo difetto, in ogni singolo capitolo, di non avere una storia vera e propria, poiché i personaggi non hanno un prologo e un finale personale. Non c'è nemmeno una traccia di dialogo narrativo. Il gioco è tutto combattimenti, il che è un vero peccato, in quanto non abbiamo occasione di conoscere in modo meritatamente approfondito i protagonisti.

I personaggi, infatti, sono dei puri stereotipi senza caratterizzazione e background biografico (solo nei giochi successivi sembra che riescano a ottenere una storia introduttiva). Infatti si possono presentare così:

Il protagonista giapponese che indossa un karategi e che porta una fascia alla testa (per fortuna non si chiama Ryu, ma Akira)
La cinese (Pai...e non parlo delle patatine)
Il padre della cinese (Lau)
Il ninja (Kage)
La ragazza gnocca e bionda (Sarah)
Il coatto sbruffone (Jacky)
Il wrestler (Wolf)
Il nero (Jeffry)
Il ragazzino ricco e odioso (Lion)
Il vecchio ubriacone (Shun)

Nonostante questa pecca a livello di caratterizzazione, sono dei personaggi carismatici in grado di rimanere nella memoria dei fan. Inoltre quasi tutti hanno un proprio stile di combattimento, dal Bajiquan al Jeet Kune Do, passando per la variante ubriaca del Kung Fu.

A livello di gameplay, si possono creare combo di calci e pugni in maniera non troppo difficile, oltre ad effettuare delle prese. Per parare bisogna premere un determinato pulsante, altrimenti il match dura quanto una bistecca di fronte a un cane. Si può vincere per K.O. oppure con un Ring Out, ovvero mandando l'avversario fuori dal ring. Quest'ultimo mezzo di vittoria è, ovviamente, il più divertente, anche se meno facile.

La difficoltà è elevata, credo che tra tutti i picchiaduri dell'epoca sia (tuttora) il gioco più ostico da finire. Non parlo solo della difficoltà tecnica dei personaggi (ovviamente alcuni sono più semplici da utilizzare, di conseguenza anche il gameplay risulta più fluido), ma di quella dei livelli. I combattimenti, con l'avanzare degli stage, diventano un inferno. Chi ci ha giocato può capire e penserà subito a una cosa: Stage 4. Pai, li mor****i tua. Già con il livello 3 le cose si facevano interessanti, ma quello successivo è passato direttamente alla modalità "super mega giga ultra hard". Non si sa per quale motivo, ma puntualmente, arrivati al livello di Pai, la dolce cinesina ci stende con una facilità che Steven Seagal levati.
Parlo per esperienza, eh. In tutte le partite fatte in sala giochi, solo una volta sono andato oltre il quarto stage...ovvero il quinto. Neanche il tempo di urlare "Karma, bitch" a Pai, che Lion mi ha fatto riprendere gli smadonnamenti. Ovviamente la difficoltà non è affatto calata nella versione per PS3, ma almeno sono riuscito (con le medesime difficoltà) a finire il gioco, anche se usando molti continua: sarei diventato povero, se avessi continuato a tentare nel cabinato.

...Andiamo oltre gli scazzi e passiamo alla grafica, uno dei motivi principali del grande successo di questo gioco. I personaggi sono stati creati attraverso il texture mapping in 3D e l'animazione in motion capture. Inoltre il gioco scorre 60 frame al secondo (il doppio del gioco precedente), in alta risoluzione e senza rallentamenti. Una vera novità. Infatti l'esperienza di gioco grafica è molto fluida e i modelli poligonali, per un gioco del 1994, sono fatti molto bene. Lo stesso si può dire delle ambientazioni, visibili a 360° e diverse tra loro.
Le versioni Genesis e Mega Drive hanno una grafica molto più limitata.
Le musiche sono adrenaliniche, ogni personaggio ha una traccia propria.

La saga di "Virtua Fighter" era ben lontana dal finire: sono stati sviluppati altri tre sequel con altrettante espansioni, oltre ad alcuni spinoff come "Virtua Fighter Kids", una versione più cartoonesca di "Virtua Fighter 2" e una serie animata.

Tralasciando l'odio per la difficoltà e il poco sviluppo dei personaggi, "Virtua Fighter 2" è un grande titolo che ha fatto la storia, grazie alle innovazioni tecniche e alla godibilissima giocabilità nei cabinati arcade. A mio parere nessun sequel (nemmeno "Virtua Fighter 5: Final Showdown", molto carino) è riuscito a eguagliare il suo livello.

RedNerd Andrea

Fun Fact: come molti altri titoli picchiaduro, anche la serie di "Virtua Fighter" ha partecipato a dei crossover: tra i più famosi, ci sono le partecipazioni a "Sega All-Stars Racing", "Dead or Alive" e "Project X Zone". Giocare con Sarah, Akira, Pai e Jacky nelle loro versioni "Dead or Alive" è una gran figata, anche se, quando bisogna combattere contro Pai, la difficoltà come sempre aumenta. È una persecuzione!

Personaggi preferiti: Per quanto mi piaccia Akira, non riesco a usarlo molto bene. I miei preferiti sono i fratelli Sarah e Jacky Bryant, tosti e divertenti da usare. Con Pai è palese il mio rapporto amore-odio (: mi piace usarla, ma odio a morte affrontarla.
Questo mio rapporto particolare con la cinesina mi ha portato a creare una vignetta, spero apprezzerete.


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