CINEMA: ARRIVAL - Linguistica e alieni




Non ho avuto il piacere di vedere "Arrival", quando uscì al cinema. Rosico davvero tanto: la bellezza visiva di questo film non viene resa al meglio in tv. Però almeno ho recuperato quest'opera davvero bella.

Trama: In alcuni punti del globo terrestre, atterrano delle enormi e misteriose astronavi aliene. Negli USA, viene subito formata una squadra di esperti, tra cui la linguista Louise Banks e il fisico Ian Donnelly, con lo scopo di stabilire dei contatti con i nuovi arrivati. Perché sono atterrati sulla Terra? Sono creature pericolose?

Rilasciato nel 2016 e diretto da Denis Villeneuve ("Sicario" e il più recente "Blade Runner 2049"), "Arrival" è un thriller sci-fi.

La protagonista, Louise, è interpretata da Amy Adams ("American Hustle", "Big Eyes"), mentre il fisico Ian da Jeremy Renner (la serie di "Mission Impossible" e quella degli Avengers, in cui veste i panni di Occhio di Falco). Il colonnello Weber, colui che recluta gli esperti, ha il volto del Premio Oscar Forest Whitaker ("L'ultimo re di Scozia"). Altri personaggi sono l'agente della CIA Halpern (Michael Stuhlbarg), il generale cinese Shang (Tzi Ma) e il capitano Marks (Mark O'Brien).

Dire che Amy Adams è brava è riduttivo: quest'attrice è fenomenale in ogni cosa che fa. Nominata mille volte all'Oscar, senza vincerlo, in questo film ha dato una grande prova, soprattutto a livello emotivo e psicologico. Vai a capire perché a questa botta, non ha preso nemmeno la nomination...
Renner è sempre stato sottovalutato, da quando è entrato nel mondo Marvel: l'ho visto in "The Town", uno dei suoi primi film importanti, ed è stato bravissimo. Dopo tanti film puntati sull'azione, in "Arrival" torna un po' alle origini e interpreta un ruolo più mentale, peccato che non viene sviluppato abbastanza. Whitaker è imponente e si fa amare poco, visto il personaggio, ma anche lui meritava qualcosa di più. Stesso discorso per i personaggi secondari. Alla fine, solo la protagonista (assoluta) ha un ruolo ben caratterizzato e pieno di sfumature.

La storia è molto interessante: inizialmente può sembrare uno dei tanti "Alien movie", ma qui viene intrapresa una strada più teorica e linguistica, molto innovativa. Non c'è molta azione, il fulcro è nel riuscire a comunicare con gli alieni e capire il motivo del loro atterraggio sulla Terra. Importante anche la diplomazia, visto che bisogna fare i conti con gli altri Stati venuti in contatto con le astronavi.
I momenti di tensione sono tanti, così come i colpi di scena. Gli ultimi minuti sono davvero potenti e alla fine, ti rimane anche un po' l'amaro in bocca. Il motivo? Non ve lo dico, sarebbe uno spoiler gigantesco quanto il plot twist a metà film.
Molto importanti i flashback di Louise riguardo sua figlia Hannah: più si avanza nella storia, più acquisiscono significato.

La sceneggiatura è tosta: parlare di linguistica non è affatto facile (lo dice uno che ha seguito un corso sull'argomento...purtroppo era obbligatorio). Ci sono molti dialoghi teorici, soprattutto tra Ian e Louise, e sono molto interessanti. Molto ben architettate le scene in cui si tenta un approccio con gli alieni, alla fine di ognuna c'è sempre una scoperta. Ogni battuta ha un suo significato ed è un'ottima cosa. Riguardo la caratterizzazione dei personaggi, come già detto, solo Louise gode di una notevole caratterizzazione.

Gli alieni vengono resi in maniera originale: all'apparenza sembrano delle mani a sette dita che camminano (infatti sono chiamati eptapodi). A vederli sono inquietanti (per fortuna Louise e Ian smorzano l'atmosfera inquietante grazie ai nomignoli che danno al duo eptapode con cui hanno a che fare) e non è facile capire se siano buoni o cattivi. Il giudizio finale si può dare solo ai titoli di coda. Il linguaggio alieno è rappresentato in maniera davvero complessa: gli eptapodi comunicano attraverso dei cerchi e le parole cambiano a seconda dei bordi (più o meno...è difficile descrivere la cosa).
Le astronavi sono davvero affascinanti, sia all'esterno che internamente.

Visivamente, "Arrival" è uno schianto: le inquadrature sono molto belle e le ambientazioni (soprattutto l'astronave e l'esterno della base militare) sono affascinanti e suggestive.
Colonna sonora da paura: le musiche sono tranquille e molto azzeccate in base alla scena.

Ciò che rende "Arrival" un grande film, oltre al comparto visivo e sonoro, è il suo essere lontano dagli stereotipi del genere: finalmente il genere degli alieni viene visto da un punto di vista più "teorico" e diplomatico, invece che con le solite sparatorie o altre manovre splatter. Non che apprezzi il filone action, ma...ogni tanto un po' di aria nuova non guasta. E "Arrival" l'ha portata, grazie anche alla bravura di Amy Adams.

RedNerd Andrea

Personaggio preferito: Louise vince a mani basse: un'eroina che usa al meglio il suo cervello. Mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa in più su Ian e il Colonnello, anche loro mi sono piaciuti.

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