CINEMA: ASSASSINIO SULL'ORIENT EXPRESS - Il ritorno di Hercule Poirot




Premetto che sono un fan da anni delle opere di Agatha Christie. In particolare, reputo "Assassinio sull‘Orient Express" uno dei gialli più belli di sempre. Ho visto sia il film del 1974 che l'episodio della serie tv su Poirot dedicato al romanzo, nel 2010. Sembra esista anche un film televisivo del 2001, ma qualcosa mi dice che sia meglio ignorarlo.
Quando ho sentito di un nuovo adattamento cinematografico, credo di essere stato uno dei pochi a non aver alzato gli occhi al cielo: ok che sono già stati fatti film su quest'opera, ma visto che alla regia c'è Kenneth Branagh, sicuramente uscirà qualcosa di interessante. Anche i trailer mi hanno incuriosito molto (unica pecca: l'orribile doppiaggio di Poirot).
Finalmente esce il film e ne approfitto per distrarmi un paio di ore dallo studio matto e disperato per l'università.
Ho fatto davvero bene a non crearmi delle aspettative: il film del 1974 rimane imbattibile, lo sanno pure i muri, ma anche questa nuova versione mi è piaciuta molto.

Trama: il celebre investigatore Hercule Poirot, dopo la sua ultima indagine, vuole godersi una piccola vacanza, ma alla fine cede a un nuovo lavoro e torna a Londra con l'Orient Express. Durante il viaggio, il misterioso Samuel Ratchett viene brutalmente assassinato...

Diretto da Kenneth Branagh (amato/odiato nella parte di Gilderoy Allock, o Lockhart se siete anglofili, nel secondo film di "Harry Potter", oltre a essere attore e regista di molti film interessanti) e uscito a fine novembre, "Assassinio sull'Orient Express" è l'adattamento cinematografico dell'omonimo libro, uscito nel 1934 e scritto dalla regina del giallo...Agatha Christie! (Pensavate dicessi Jessica Fletcher? E invece no).

Il cast è piccolo, ma stellare: l'iconico detective Hercule Poirot è interpretato da Branagh stesso. Tra gli altri personaggi, i sospettati, i più importanti sono la vedova col caratterino Caroline Hubbard (Michelle Pfeiffer); il nipote del direttore dell'Orient Express, monsieur Bouc (Tom Bateman); la governante Mary Debenham (Daisy Ridley, che presto rivedremo nei panni di Rey nel nuovo "Star Wars"); il professore razzista Gerhard Hardman (Willem Dafoe); il maggiordomo Masterman (Derek Jacobi); il segretario MacQueen (Josh Gad); la missionaria Pilar Estravados (Penelope Cruz) e la principessa Dragomiroff (Judi Dench). Ci sono altri personaggi ma se dovessi elencarli tutti, finirei l'articolo alle due di notte.
La parte della "sfortunata" vittima, Ratchett, è interpretata da un altro pezzo da novanta, Johnny Depp.

I personaggi sono interessanti e rispettano quasi alla perfezione quelli del romanzo.
È inutile dire che Albert Finney, Peter Ustinov e David Suchet hanno interpretato dei Poirot perfetti, nel corso degli anni. È così. Tuttavia, anche il Poirot (più magro) di Branagh è fatto bene. Come performance, non gli si può dire niente, e caratterialmente è geniale, coraggioso, sarcastico, ma soprattutto irritante. Proprio il Poirot che piace a me.
I sospettati hanno tutti una propria personalità: la Hubbard, come sempre, è quella che spicca più di tutti (Michelle Pfeiffer continua a regalare grandi perfomance, dopo il recente "Madre!"). Mi ha colpito molto Derek Jacobi: si vede la sua grande esperienza e sa parlare anche solo con lo sguardo. Un altro personaggio che è sempre stato uno dei più interessanti è quello della Debenham: qua non è da meno e Daisy Ridley si conferma una giovane promessa. Bravissimi anche Defoe (inquietante come sempre ma brillante) e soprattutto la Dench, penalizzata da poco screentime, ma sempre in grado di dare una pista a tutti.
Finalmente sono riuscito a vedere un film in cui Johnny Depp non interpreta una macchietta e non indossa tonnellate di trucco e parrucco: infatti qui mi è piaciuto più del solito...ironia della sorte, è quello che muore.
Sinceramente i cambiamenti rispetto all'originale non mi hanno per niente turbato: la missionaria, da svedese, diventa ispanica (giustamente la Cruz non poteva essere credibile sennò) e il dottor Arbuthnot (che unisce i personaggi del generale e del dottor Constantine), qui nero, crea una sottotrama interessante. Anche il venditore di macchine cambia, da italiano a cubano, ma non crea stravolgimenti.
Se devo trovare delle pecche, è l'aver reso la contessa Andrenyi un personaggio quasi di contorno; stessa cosa per il marito, diventato stranamente un ninja che picchia tutti. Inoltre la Cruz, a mio parere, meritava almeno un paio di scene in più.

La trama la conosciamo tutti: un delitto avvenuto sull'Orient Express nasconde una miriade di segreti e strategie. Non a caso è una delle storie più avvincenti di sempre.
Come i personaggi, essa viene rispettata in maniera pressoché fedele e i cambi non stravolgono quasi per niente il tutto. L'unico cambiamento degno di nota è il ruolo più attivo di Poirot nel mistero legato a Ratchett.
Nonostante il finale sia conosciuto a molti, non ne farò parola, perché saranno passati gli anni, ma rimane sempre una delle soluzioni più sorprendenti mai viste in un giallo. Spoilerarvelo sarebbe un crimine peggiore del delitto di quest'opera.
A livello stilistico, sono state aggiunte un paio di scene più improntate all'azione e anche alcuni momenti comici che hanno funzionato, contrastando bene le scene lente e anche un po' vuote. Vedere Poirot protagonista di una scena di inseguimento è stata una novità piacevole (ecco perché lo hanno reso più magro eheheheh).
Forse sono troppo di parte, ma gli ultimi istanti mi hanno commosso. Non era mai successo con gli adattamenti precedenti, quindi non so come spiegarmelo. Di certo è stato tutto reso in maniera delicata e allo stesso tempo intensa.

Sceneggiatura buona, ricorda il film del 1974. Le battute comiche funzionano e le spiegazioni di Poirot sono sempre di alto livello.

Le ambientazioni sono davvero belle. L'esterno, ovvero il percorso innevato su cui deve passare la locomotiva, è stupendo e allo stesso tempo inquietante. L'Orient Express è una meraviglia e, omicidio a parte, ci farei un bel viaggietto, se fosse ancora in funzione.
La colonna sonora, in qualche modo, mi ricorda sempre il film del '74, molto azzeccata all'atmosfera. E dire che avevo poca fiducia nel comparto musicale, dopo che misero "Believer" degli Imagine Dragons (canzone che adoro, peraltro) nel trailer. Bravi, vi siete salvati. Per fortuna la voce italiana di Poirot è cambiata: nel film definitivo sentirete il doppiaggio di Marco Mete, che l'ha doppiato anche nel "Commissario Wallander".

Leggo che a molti, questo film non è piaciuto per niente. Sarò di parte, ma non sono d'accordo. Il primo adattamento non si batte, è ovvio, ma anche questa versione più "moderna" l'ho trovata fatta bene. Poirot è "tres bien", i sospettati carismatici e la storia appassiona ancora una volta, nonostante la conosca ormai a memoria. Infatti ho intenzione di rivedermi la versione del '74...è proprio vero che alcune storie non annoiano mai.

Concludo con la notizia che è ufficiale il ritorno di Branagh a recitare e dirigere un'altra storia targata Agatha Christie, "Assassinio sul Nilo". Sono affezionatissimo alla versione con Peter Ustinov, quindi spero che faccia ancora una volta un buon lavoro e che scelga di nuovo un cast di alto livello. Ci tengo, Kenneth, eh. Non farmi tornare all'epoca di "Harry Potter e la Camera dei Segreti", in cui ti odiavo follemente.

RedNerd Andrea

Fun Fact: Pilar Estravados, in realtà, esiste davvero nell'universo di Agatha Christie: la donna è una dei personaggi di un altro romanzo con protagonista Poirot, ovvero "Il Natale di Poirot". Visto il periodo, spero che trasmettano presto la versione televisiva con David Suchet...

Personaggi preferiti: Poirot è una scelta ovvia. Ho adorato anche la Hubbard, Mary Debenham, il maggiordomo, la principessa e Mounsier Bouc.

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