JAPAN GALAXY: THE CALL: NON RISPONDERE - Fantasmi nipponici



Ho una leggera avversione per i film con fantasmi/esorcismi/possessioni/bambole killer/qualunque cosa non sia zombie o slasher. Non so perché, ma quando mi capita di vedere una scena di questi film, mi schifo e cerco subito di cambiare canale oppure impreco alla visione dei loro trailer. Sarà che ho una recondita paura per le cose paranormali o semplicemente il 90% di questi film fanno schifo perché fatti male. Fatto sta che non ho MAI visto per intero "L'esorcista", "Poltergeist" e nemmeno "La Casa" (quest'ultimo, però, mi incuriosisce).
Ovviamente, esistono le eccezioni e casualmente sono film giapponesi, che tra l'altro sono i più spaventosi, nel genere "paranormale". Non dimenticherò mai alcune scene viste su YouTube di "Ju-On". Roba da sognarsele la notte.
Qui, per fortuna, parlerò di un film più "tranquillo", ma neanche tanto, alla fine: "The Call: Non Rispondere" (in giapponese "Chakushin Ari").

Trama: Durante una cena tra amici, Yoko riceve una strana chiamata, datata due giorni dopo, in cui si sente la sua voce gridare. La ragazza e le sue amiche, Yumi e Natsumi, non danno troppo peso alla cosa. Tuttavia, due giorni dopo e nella stessa ora del messaggio, Yoko muore e un'altra strana chiamata arriva a un suo amico, che morirà in seguito. Quando anche Natsumi riceve la telefonata, Yumi e un detective cercheranno in ogni modo di scoprire chi c'è dietro a questo fenomeno terrificante...

Diretto da Takashi Miike (regista famoso per i suoi film estremi, come "Ichi The Killer") e uscito nel 2003, "The Call: Non Rispondere" è ispirato al romanzo "Chakushin Ari" di Yasushi Akimoto.

La protagonista Yumi, che vede tutte le persone intorno a lei morire manco fosse Jessica Fletcher, è interpretata da Kō Shibasaki  (la pericolosa Mitsuko in "Battle Royale"), il detective Yamashita da Shinichi Tsutsumi, le amiche Yoko e Natsumi da Anna Nagata e Kazue Fukiishi.
Yumi e il detective sono ben caratterizzati, con un trascorso personale molto delicato, ma in generale il cast funziona, anche nel caso di personaggi che sono apparsi per poco tempo. Ammetto di aver tifato per la sopravvivenza di molti di loro!

La storia è molto inquietante: ti arriva una strana chiamata e pochi giorni dopo muori. Fin dalla prima uccisione si può notare la mano di una presenza sovrannaturale, ma avanzando nella storia, si scoprirà all'origine una storia ancora più tragica. Vengono trattati temi delicati, come la violenza domestica, i traumi infantili e la vendetta. Per qualche oscura ragione, i giapponesi mettono al centro delle storie di fantasmi motivi come rancore e vendetta allo stesso modo degli americani con i killer degli slasher.
Comunque la storia alla base di tutto è in grado di sconvolgere molto più delle morti.

Sceneggiatura semplice, né banale né piena di battute complesse. Rispecchia la semplicità delle persone protagoniste.

Anche a livello di orrore, è semplice ma efficace. All'inizio si vede ben poco chi è dietro alle misteriose morti, ma il modo in cui le vittime vengono uccise sono senz'altro inquietanti, soprattutto perché vengono fatte passare inizialmente per incidenti o suicidi. Ma nell'ultima mezz'ora, il crescendo di terrore aumenta e colpi di scena e spaventi sono all'ordine del giorno. Da fan degli slasher non più spaventosi, qui ho sentito davvero l'angoscia. Ecco perché odio i film con i fantasmi!
Takashi Miike, a livello di violenza, ha fatto di peggio ("Ichi The Killer" ne è la prova): in questo film si è contenuto con gli elementi splatter, che quasi sono assenti. A compensare questa mancanza però è l'enfasi sulla paura psicologica, il vero metodo con cui vengono terrorizzati il pubblico e Yumi. Altro affascinante elemento presente in molti horror giapponesi.
Effetti speciali, anche in questo caso, niente di straordinariamente elaborato ma raccapriccianti in termini positivi.

Graficamente, il film è girato in città, quindi vediamo molte scene girate negli interni. La modernità dell'epoca è calcata molto, grazie alla continua presenza di cellulari, alle scene all'università e negli studi televisivi. Abbiamo però modo di vedere usanze giapponesi come il funerale in casa e il loro modo di condurre esorcismi, essenziale per una certa scena.
Musiche poco presenti, sono gli effetti sonori a fare il lavoro grosso. Rumori inquietanti e sospetti ti fanno tremare a ogni angolo, ma la star del film è senza dubbio la suoneria che preannuncia la chiamata fatale. Melodia non presente nei cellulari dei protagonisti, essa squilla nei momenti più inaspettati e sa essere orecchiabile e lugubre allo stesso tempo. Vi sarà pressoché impossibile dimenticarla.

In Giappone "The Call" ha avuto un buon successo, tanto da portare alla realizzazione di due sequel e una serie televisiva, mentre in America la Warner Bros ne ha fatto un remake nel 2008, "Chiamata Senza Risposta", sprovvisto di ogni elemento positivo dell'originale.

Per essere uno che odia a morte il genere, ho apprezzato molto "The Call" e ogni tanto me lo rivedo volentieri. Cercherei di vedere volentieri altri film di fantasmi, ma ogni volta che mi rivedo questo, la voglia mi passa. Meglio così, so che la versione giapponese di "The Grudge" non riuscirei a guardarla senza coprirmi gli occhi, figuriamoci altri film.

RedNerd Andrea

Personaggio preferito: Yumi. Una protagonista dotata di carattere e di una storia personale. Per quanto spaventata, cerca di andare in fondo alla vicenda. Protagoniste così sono sempre le benvenute!

Commenti