CINEMA: COCO - Famiglia e tradizioni




Ormai è ufficiale: il mio lato Disney è tornato, per "colpa" di "Zootropolis". Ho ritrovato la parte più bambina che c'è in me.
A questo punto, molte persone mi hanno consigliato di vedere "Coco", uscito proprio nel periodo del mio "risveglio". Ho subito accettato il suggerimento e mi sono fiondato al cinema, il giorno dopo il mio primo esame della magistrale, per vedere il nuovo film Disney. Devo ammettere che mi sentivo un pesce fuor d'acqua, in mezzo a coppiette (quelle romantiche, non quelle di carne) e ad allegre combriccole di mamme e pargoli. Infatti mi sono messo in fondo alla sala, in modo da non stare vicino ad altre persone (voglio godermi il film in santa pace, alcune volte).
A fine film, ho cercato con tutta la mia volontà di non piangere come un bambino. "Coco" non solo è un bellissimo film, ma trasmette un interessante messaggio culturale.

Trama: Miguel è un giovane che sogna di diventare musicista, seguendo le orme del suo idolo, Ernesto de la Cruz. Tuttavia la sua famiglia, in seguito a una brutta faccenda passata, ha deciso di abolire del tutto la musica in casa, quindi il ragazzo è costretto a lavorare come calzolaio. Durante il Giorno dei Morti, Miguel decide di ribellarsi alle "tradizioni" e scappa di casa...

Diretto da Lee Unkrich e Adrian Molina, prodotto dalla Pixar e uscito a fine 2017, "Coco" è il nuovissimo film della Disney, dall'atmosfera tipicamente fantasy e musicale.

Prima di andare avanti con l'analisi, vorrei spendere due parole sul cortometraggio che ha preceduto il film vero e proprio, ovvero "Frozen - Le Avventure di Olaf".
Sinceramente il film su Elsa e Anna non mi era dispiaciuto, a suo tempo, ma questo corto mi ha fatto passare la voglia di rivederlo per i prossimi due anni.
Innanzitutto, 21 minuti. È la durata del corto. Quelli degli anni passati erano decisamente più brevi...e anche più gradevoli.
In questi 21 minuti, vengono cantate almeno 5 canzoni, di cui tre di fila. Mi piacciono tanto i musical, per carità, ma a un certo punto mi sarei messo a prendere a testate la poltroncina davanti a me (tanto non ci stava nessuno seduto).
Un altro problema è Olaf. Quasi tutto il corto è su di lui; Anna, Elsa e Kristoff sono solo delle povere comparse. Per tutto il tempo, il pupazzo di neve non fa altro che combinare disastri, tra promesse continue di caldi abbracci, attacchi di acidume e voce acuta. Se ce l'avessi avuto accanto, lo avrei fatto diventare una pozzanghera in pochi secondi. Faccio davvero bene a dire che il mio personaggio preferito di "Frozen" è la renna Sven.
Almeno hanno fatto comparire il tizio delle grandi svendite della baita. Grazie a lui, sono riuscito a farmi almeno una risata.
Per la prima volta in vita mia, mi stavo per addormentare prima del film principale per colpa del corto introduttivo. Che du pa...vabbè, ci siamo capiti.
Non mi sorprende che la Disney, in Messico e negli Stati Uniti, abbia rimosso quei 21 minuti di disperazioni poco tempo dopo l'uscita nelle sale, lasciando solo "Coco".

Ora basta dare spazio alla negatività. Torniamo a trasmettere la bellezza di "Coco".

Il giovane protagonista è Miguel, un ragazzo costretto a seguire le tradizioni della famiglia, quando in realtà sogna più in grande. Gli altri personaggi consistono maggiormente nei suoi genitori e parenti, come la bisnonna Coco e la nonna. Ad affiancarlo nella sua avventura c'è Dante, un simpatico cane randagio.
Entrando nella Terra dell'Aldilà, Miguel avrà modo di incontrare parenti morti prima che lui nascesse, soprattutto la trisavola Imelda. Inoltre la sua strada si incrocerà con quella di Hector, un'anima che vuole rivedere sua figlia.

I personaggi sono molto interessanti.
Miguel fa parte di una nuova categoria del mondo Disney, ovvero un ragazzino protagonista invece che le solite principesse (già introdotta in film come "Up" e "Big Hero 6"). Questo cambiamento mi piace. Caratterialmente è il tipico giovane ancora immaturo che ha bisogno di trovare la sua strada. Vedere la sua evoluzione, durante il film, è una bellissima esperienza.
Anche gli altri personaggi sono carini: la famiglia incarna alla perfezione il concetto di unione, soprattutto nei giorni di festa. Tuttavia, il loro odio nei confronti della musica (soprattutto da parte della nonna) è fastidioso. Hanno le loro ragioni, certo, ma fa male vedere quanto tentino di ostacolare i sogni di Miguel. Coco, invece, è l'amore in persona. È una delle ragioni principali del mio quasi-pianto.
Imelda è un altro gran personaggio, così come Hector, inizialmente solo un'anima scapestrata, in seguito qualcuno in grado di regalare forti sorprese ed emozioni.
Inutile dire quanto sia adorabile Dante. Il cinofilo in me ha apprezzato la presenza di un cane.

La storia non è la solita avventuta trita e ritrita: seguiamo Miguel per tutta la sua permanenza nella Terra dell'Aldilà, alla ricerca di un modo per tornare nel mondo umano prima della fine del Giorno dei Morti, o Dia de Muertos.
Ho apprezzato molto quest'atmosfera sudamericana, piena di calore e festa. Avendo giocato poco tempo fa a "Grim Fandango", mi ha fatto piacere ritrovare il mondo simpatico ma lugubre dell'Aldilà, popolato da anime raffigurate come scheletri.
"Coco" ci regala un bellissimo mondo, in cui la famiglia è l'elemento principale, così come l'amore per le tradizioni. Miguel, essendo un ragazzino, è ancora in una fase di transizione, ma nel corso della sua avventura capirà davvero l'importanza dei valori che promuovono i suoi parenti. Lo capiremo anche noi del pubblico.
Il film è pieno di momenti divertenti, ma ovviamente ci sono anche pezzi drammatici, gestiti in maniera eccellente. Impossibile trattenere le lacrime...parlo per esperienza. Come in ogni film Disney, ci sono anche colpi di scena riguardo il solito villain (ammetto che sono rimasto abbastanza sorpreso).
La storia, fino alla fine, scorre in maniera davvero piacevole. Possiamo dire che anche noi compiamo un viaggio.

Sceneggiatura adorabile, dialoghi di spessore, in grado di arrivare agli spettatori. Personaggi ben caratterizzati.

A livello visivo, "Coco" conferma il talento dello staff Pixar: ogni ambientazione è piena di vita e sa trasmettere la sua identità, i colori sono stupendi, luminosi, anche nelle scene più buie. L'atmosfera di festa è resa alla grande, tanto da far venire voglia di entrare nel film e godersi quel momento pieno di sentimento insieme ai personaggi. La Terra dell'Aldilà è superba, solo io la vedo perfetta come livello per "Kingdom Hearts"?
Colonna sonora molto bella. Composta da Michael Giacchino, contiene melodie tipicamente "Ay ay", stile mariachi, orecchiabili e azzeccatissime. Le canzoni vere e proprie non sono tante e, nel corso del film, sono distribuite in modo perfetto, senza appesantire il contenuto (non come in un corto di mia conoscenza...). Se "Un Poco Loco" farà ballare, "Ricordami" invece porterà automaticamente la mano a cercare un fazzoletto o un bicchiere, dipende dalla facilità di piangere dell'individuo.
Anche il doppiaggio è di buon livello.

"Coco" è una pellicola piena di energia, identità e sentimento. La storia lo rende un prodotto adatto sia a bambini che a persone più adulte, con la premessa di entrare in sala muniti di pazienza e poco sonno, vista la presenza di un corto non all'altezza.
Oltre al messaggio legato alla famiglia, il film ci dà anche una piacevole lezione culturale, secondo me anche più efficiente di quelle date a scuola.

Nella notte degli Oscar, io sarò a fare il tifo per questo film, meritatamente candidato al premio per il Miglior Film di Animazione.

RedNerd Andrea

Personaggi Preferiti: Miguel si è dimostrato un ottimo protagonista, ma ho apprezzato tanto anche Hector, Imelda, la tenerissima Coco e Dante.

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