HORROR WORLD: REAZIONE A CATENA - Slasher italiano




Tutti conoscono titoli come "Venerdì 13", "Scream" e "Halloween". Ma chi di voi sa che prima di tutti questi classici, anche l'Italia ha prodotto un'opera sul genere slasher?
Infatti nel 1971 è uscito "Reazione a Catena", un film innovativo nel campo dell'orrore: omicidi sanguinosi, un killer all'apparenza sconosciuto, sesso...insomma, tutto quello che troviamo in ogni slasher moderno.
Dopo tanto tempo, sono riuscito a recuperarlo e posso dire che, a distanza di più di 40 anni, dà una pista a parecchia roba uscita fino ad adesso. Inquietante, sadico e nasconde persino dei significati.

Trama: La contessa Federica viene assassinata all'interno della sua grande villa, situata in una baia; curiosamente anche il suo assassino viene accoppato. Poco tempo dopo, delle persone giungono nella baia, ognuno per un motivo particolare. Solo pochi di loro torneranno vivi...

Scritto e diretto da Mario Bava, "Reazione a Catena" è uno dei primi slasher usciti in assoluto, ancora prima di "Profondo Rosso" e "Black Christmas".

I personaggi coinvolti in questo mistero tinto di rosso sono tanti: L'architetto Franco Ventura (Chris Avram) e l'amante Laura (Anna Maria Rosati); i coniugi Renata e Alberto Donati (Claudine Auger e Luigi Pistilli), legati in qualche modo alla contessa morta; i coniugi strampalati Paolo e Anna Fossati (Leopoldo Trieste e Laura Betti); il pescatore Simone (Claudio Volonté); 4 giovani campeggiatori (Brigitte Skay, Paola Rubens, Guido Boccaccini e Roberto Bonanni), giunti nella baia per ammirare il luogo del delitto.
Tanta gente, tante possibili vittime per il killer: signori, il massacro è servito!

Ogni personaggio rappresenta un po' uno stereotipo, come i ragazzi alla ricerca di sesso e divertimento, il pescatore solitario, l'affascinante materialista, la vamp e la coppia stravagante. Tuttavia vengono anche mostrati in maniera inquietante, come se chiunque di loro potesse essere l'assassino. In effetti, fino alla fine alcuni non mi hanno convinto per niente e li ho tolti dalla lista dei sospetti solo dopo averli visti andare nell'altro mondo.
Interessante il fatto che il cast fosse composto da attori italiani e stranieri, nonostante fossero quasi tutti ruoli italiani. Informandomi, ho notato che era una pratica molto usata nei film nostrani dell'epoca, soprattutto in campo horror.

La storia è inquietante e intricata: una contessa viene assassinata. Niente di nuovo. Stranamente, ci viene mostrato subito l'assassino. "Che palle", penserete, "Così, dove sta il divertimento?" Ci sta, ci sta...perché il colpevole viene a sua volta ammazzato e stavolta il colpevole non viene fatto vedere in faccia.
Pochi giorni dopo, compaiono tutti gli altri personaggi che si dirigono alla baia. Ognuno ha un motivo per trovarsi lì, alcuni molto importante, altri meno. Ecco che i delitti ricominciano. Piano piano la gente viene mandata al creatore e i sospetti diminuiscono sempre meno, fino ad arrivare al finale spiazzante.
Cosa rende questo film davvero peculiare? I colpi di scena sicuramente: quando si pensa di aver trovato il responsabile degli omicidi, ecco che tutto si ribalta. Ci saranno dei momenti in cui vi sentirete molto confusi, ma per fortuna ci sono i flashback che tolgono ogni dubbio.
Interessante anche la dimensione psicologica dei personaggi: non c'è una sola persona che abbia dei fini innocenti e non parlo solo del killer, ma delle papabili vittime. Ognuno nutre avidità, odio, follia ed è pronto a tutto pur di raggiungere il proprio obiettivo. Questa visione negativa del mondo umano raggiunge l'apice nelle ultime scene, con un finale grottesco e molto azzeccato. Ammetto di aver riso soddisfatto.
Alcune scene sono riprese in prima persona (tecnica che ho rivisto in "Venerdì 13"): ho genuinamente avuto i brividi, al pensiero di potermi immedesimare nel killer.

La sceneggiatura non è banale: i personaggi sono sviluppati bene, riescono a risultare inquietanti anche se non sono l'assassino; la storia complessa è comunque ben strutturata.

Per essere un film degli inizi anni '70, è molto violento: il sangue sgorga, gli omicidi sono brutali e anche creativi. Ormai siamo abituati a effetti speciali molto elaborati, ma devo dire che alcune scene sanguinose di questo film mi hanno fatto impressione.

La baia in cui avvengono i delitti appare per quasi tutto il film: luogo molto naturale ma che emana un'aura pericolosa. Le poche case presenti sono spesso vuote e le inquadrature contribuiscono a dare quell'atmosfera tetra e azzeccatissima. Non ci passerei una notte nemmeno sotto tortura.
Colonna sonora molto evocativa: i momenti angoscianti vengono valorizzati molto bene.

A sorpresa, "Reazione a Catena" ha avuto un enorme successo anche fuori dall'Italia, tanto da diventare un punto di riferimento per i slasher successivi (una scena di morte è omaggiata para para in un "Venerdì 13"). Visto nel 2017, la pellicola mantiene comunque il suo fascino e impressiona più di molti film moderni (il che dovrebbe farci riflettere). Qualunque amante degli slasher deve dargli una possibilità, ne vale la pena.

RedNerd Andrea

Personaggio Preferito: Difficile dirlo, tutti si sanno rendere in qualche modo odiosi. Se c'è qualcuno, però, che mi ha inquietato più di tutti, è Anna, amante dei tarocchi.

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