SERIE TV: AMERICAN GODS (1° STAGIONE) - Divina




Ho sempre trovato la mitologia interessante, soprattutto perché ogni nazione e cultura crede in dei e leggende totalmente diverse.
Per questo ho cominciato a vedere "American Gods", oltre che per alcuni membri del cast.
Sin dai primi minuti del pilot, mi sono sentito parte di un grande viaggio culturale e di una storia affascinante.
Tra tutte le serie viste (e uscite) nel 2017, non posso non metterla tra le migliori cinque, se non tre.

Trama: Shadow Moon è uscito di prigione, dopo aver scontato tre anni per furto. Il suo ritorno alla vita civile comincia male: sua moglie Laura è morta da poco in un incidente stradale. Senza più nulla da perdere, Shadow decide di aiutare un misterioso uomo che si fa chiamare Mr. Wednesday...

Ideata da Bryan Fuller (mente molto interessante, già famoso per le serie "Hannibal" e "Pushing Daisies") e Michael Green, "American Gods" è tratta dall'omonimo romanzo di Neil Gaiman. Quanto sia fedele all'originale non sta a me dirlo, visto che a malapena ho letto tre pagine del libro (ma ho intenzione di riprenderlo immediatamente).
Da noi è uscita come serie originale Amazon, mentre negli USA è stata trasmessa sull'emittente Starz.

Shadow è interpretato da Ricky Whittle ("The 100"), mentre Mr. Wednesday da Ian McShane ("I Pilastri della Terra"). Altri personaggi importanti sono Laura (Emily Browning, "Sucker Punch" e il film di "Una Serie di Sfortunati Eventi"), la moglie di Shadow; Mad Sweeney (Pablo Schreiber, "Orange is the New Black"), un leprecauno; Mr. World (Crispin Glover), il capo degli nuovi dei; Bilquis (Yetide Badaki), dea dell'amore; Technical Boy (Bruce Langley), dio della tecnologia; Media (Gillian Anderson, ovvero Scully in "X-Files"). Altre divinità e creature mitologiche compaiono nel corso della stagione, come Anubi, il demone Jinn, Vulcano (o Efesto) e Pasqua/Ostara, la dea dell'alba.

Ogni personaggio è affascinante ed è caratterizzato bene. Shadow (gran bel nome), per essere un essere umano qualunque, ha comunque una bella personalità e il suo rapporto con Laura non è banale, proprio come la sua consorte stessa. Ian McShane ruba ogni scena, il suo Mr. Wednesday è formidabile, inquieta e fa sorridere allo stesso tempo, con il suo cinismo. Chi è davvero costui?
Bilquis rappresenta la parte "hot" della serie, ma si preannuncia un'entità a cui stare attenti. Sweeney è un pazzoide imprevedibile. Il trio World-Technical Boy-Media sono divinità azzeccatissime, vista l'era in cui viviamo, e sono intriganti quanto odiose e pericolose.
Anche i personaggi secondari hanno una bella storia, spero che il loro ruolo venga ampliato in futuro.

La storia è forte: Shadow, in poche parole, viene coinvolto in una guerra tra vecchi dei (di cui Wednesday afferma di farne parte) e nuovi dei, più moderni e tecnologici, come il Trio Medusa menzionato prima.
È tutto tremendamente attuale e non mi riferisco agli eventi narrati nelle tv: la tecnologia ormai è subentrata prepotentemente nelle nostre abitudini, tanto da contaminare la cultura storica di ogni nazione. Per fortuna c'è ancora chi crede ai vecchi valori ed è pronto a combattere per difenderli. Questo conflitto tra le due "generazioni" di divinità è fantastico, Gaiman ha creato una grande opera (che spero di divorare con interesse, come la controparte televisiva).
Ci sono molte scene ironiche, soprattutto grazie a Wednesday e Sweeney. I colpi di scena sono ben fatti. Molto interessante la presenza di racconti storici/folkloristici narrati in ogni episodio, alcune volte legati agli eventi principali.

La sceneggiatura è complessa: i dialoghi sono profondi, con ogni personaggio che possiede una fede diversa. L'ironia non è spiccia, nonostante la massiccia presenza di parolacce (sentire divinità pronunciarle fa un effetto buffissimo). I personaggi sono sviluppati davvero bene.

Il contenuto è molto interessante, il modo in cui viene rappresentato non è per tutti: sia la violenza che le scene di sesso sono rappresentate in maniera estremamente grafica, ma tutto ha un suo perché. Personalmente non mi ha fatto impressione, ogni elemento ha contribuito a rendere la stagione unica.

A livello visivo, la qualità è divina. Le inquadrature sono bellissime, i colori vengono usati in maniera intelligente. Bryan Fuller sa strutturare molto bene la scena ("Hannibal" ne è un esempio, con i suoi momenti onirici).
Musiche coinvolgenti, molto energiche.
La opening è un capolavoro a parte: se si dovesse giudicare una serie basandosi solo sulla sigla di apertura, "American Gods" meriterebbe a prescindere il premio "Serie dell'anno"). La grafica trasmette fascino da ogni poro, grazie anche alle numerose citazioni culturali e religiosi, e la traccia musicale è stupenda.

Poche serie mi hanno colpito come "American Gods", ultimamente. Una serie bella sotto ogni aspetto, piena di simbolismi e con un grande cast.
La seconda stagione è già stata confermata da mesi, ma purtroppo gli showrunner Fuller e Green non ci saranno, così come la Anderson nei panni di Media. Spero che queste assenze non influenzeranno negativamente il prodotto, perché la serie merita tanto.
E ora sotto con il libro.

RedNerd Andrea

Personaggi preferiti: Tutti, più o meno. Wednesday e Sweeney hanno una marcia in più.

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