SERIE TV: ERASED - Quando un giallo diventa una storia bellissima




Ormai, quando Netflix annuncia l'uscita di una serie tv giapponese, io in due secondi la inserisco nella mia lista, pronto a cominciarla il giorno dell'uscita (sia mai che mi dimentico...)
Sarò di parte, ma tutti i prodotti resi disponibili sulla piattaforma, sia commedie che "dorama" ("drama" in giapponese) mi hanno lasciato assolutamente soddisfatto.
"Erased" entra nel genere dei "dorama", estremamente popolare in Giappone. La gente tende a mettere in questa categoria prevalentemente storie d'amore strappalacrime e zuccherose. In realtà i "dorama" sono molto di più e la serie di cui sto per parlarvi ne è un esempio.

Trama: Satoru Fujinuma è un giovane mangaka (fumettista) molto introverso, con una relazione non molto affettuosa con la madre Sachiko.
Un giorno del 2006, la donna viene uccisa nella casa di Satoru e il ragazzo diventa il principale sospettato. Grazie al suo potere di tornare indietro nel tempo, Satoru scopre che la morte della madre è strettamente collegata al rapimento e omicidio di alcuni suoi compagni di classe delle elementari. Per poter salvare sua madre, Satoru deve prima di tutto impedire i rapimenti...

Diretta da Ten Shimoyama e rilasciata a fine 2017, "Erased" (in originale "Boku dake ga inai machi", "La città in cui manco solo io") è un dorama thriller, originale Netflix, con elementi leggermente sci-fi. La serie, in live action, è tratta dall'omonimo manga, scritto da Kei Sanbe, uscito in madrepatria dal 2012 al 2016 (qui in Italia è uscita l'anno scorso, tramite Star Comics). Non è il primo adattamento di quest'opera: nel 2016 sono usciti sia la versione anime (sempre a episodi) che quella cinematografica, anch'essa in live action.

Satoru è interpretato, nel presente, da Yūki Furukawa, mentre la sua controparte bambina è Reo Uchikawa. Sua madre Sachiko ha il volto, sia nel presente che nel 1988, di Tomoka Kurotani, mentre Airi, la giovane e coraggiosa collega del protagonista, ha quello di Mio Yūki. Shigeyuki Totsugi interpreta Gaku Yashiro, l'affidabile maestro della classe di Satoru; Jyo Kairi e Rinka Kakihara sono Kayo e Hiromi, due compagni di classe del protagonista, tra le vittime del misterioso serial killer. Ultimi, ma non meno importanti, sono Kenya, intelligente compagno di classe di Satoru, e Jin, un amichevole ragazzo sospettato degli omicidi (quest'ultimo interpretato da Masato Yano).

Inizialmente ero già pronto ad alzare gli occhi al cielo, con Satoru: ci viene presentato come un ragazzo silenzioso, introverso, poco bravo nelle relazioni sociali, praticamente mi sembrava il protagonista di "Million Yen Women". Poi la morte della madre lo sveglia e dal suo primo viaggio negli anni '80 diventa un'altra persona, ovvero un ragazzino coraggioso, sveglio, in grado di rivalutare cose molto importanti in positivo, soprattutto l'amicizia. Simpaticissima la sua abitudine di dire i suoi pensieri, involontariamente, a voce alta. Con l'avanzare della trama, Satoru diventa un protagonista eroico, a tratti incosciente ma con cui è possibile empatizzare fino alla fine. Bravissimi entrambi gli interpreti.
I personaggi di supporto sono ottimi, ben caratterizzati, anche se alcuni compaiono di meno: Kenya è un'ottima spalla, anzi sa rubare la scena; Airi è un'eroina tipicamente adolescenziale, irruenta ma generosa; il maestro Yashiro è l'insegnante che tutti desiderano. Grazie a questo "ritorno al passato", abbiamo modo di conoscere meglio, grazie alle azioni di Satoru, le future vittime del killer, soprattutto Kayo, una "donzella in pericolo" complessa e amabile. Sfido il vostro cuore a non stringersi, ogni volta che la piccola compare in scena.
Sempre grazie al salto temporale, vediamo Sachiko in tutto il suo splendore: se dai primi minuti della serie, poteva sembrare una madre fredda e poco amabile, in seguito ci si rende conto che è tutt'altra persona, in grado di entrare subito nel cuore di tutti. Per me lei è la vera eroina femminile della storia e il pensiero che, in caso di fallimento del figlio, sarebbe rimasta morta nel presente, mi ha messo in costante agitazione.
Sia gli attori adulti che bambini hanno fatto un ottimo lavoro, grazie alle performance e al loro carisma.

La storia è intrigante: principalmente è un giallo, con Satoru che cerca di impedire alcuni rapimenti avvenuti nel passato, in modo da salvare la madre da morte certa. L'elemento "sci-fi" consiste nella capacità di Satoru di tornare indietro nel tempo, denominata da lui stesso "Revival": è un potere che si scatena automaticamente quando qualcosa di brutto è appena avvenuto, in modo che il ragazzo possa intervenire attraverso una sorta di "seconda possibilità". Non ci viene spiegato come faccia ad avere un talento così utile (magari lo avessimo tutti...), ma alla fine l'esistenza di "Revival" acquisisce una logica. Inoltre, a viaggiare nel tempo non è il corpo, ma la coscienza del ragazzo, quindi a livello fisico Satoru si trova a pieno nella sua epoca (quindi è un bambino di 10 anni, nel 1988).
Nonostante il clima prevalentemente drammatico, ci sono scene simpatiche che scatenano sorrisi e fanno sciogliere il cuore. Poi però, puntuale come un orologio svizzero, arriva la botta emotiva. Satoru riesce finalmente a scoprire il vero valore dell'amicizia, grazie ai momenti con Kenya, Hiromi e Kayo, così come capisce quanto sua madre gli voglia davvero bene. Queste scene sono cariche di sentimento e il pubblico viene coinvolto in maniera aggressiva. Se non avessi un cuore mezzo gelido, avrei pianto per metà serie. Anche le scene investigative, con Satoru che ce la mette tutta per impedire le tragiche morti, non sempre riuscendoci, sono forti.
I colpi di scena sono tanti e funzionano. A un certo punto c'è un turning point che stravolge la storia in modo straziante.
Il finale è uno dei più soddisfacenti che abbia visto, ultimamente.

La sceneggiatura funziona e rende al meglio ogni scena. I dialoghi sono belli e il carattere dei personaggi viene delineato bene, anche nel caso di quelli poco rilevanti.

Il livello visivo della serie è spettacolare: sia nel 2006 che nel 1988 si vedono molte ambientazioni, tra la scuola elementare, le varie abitazioni e altri luoghi importanti per la trama. I paesaggi innevati sono tanti e meravigliosi, sembra di vedere in continuazione delle cartoline pregiate. Anche le scene finali avvengono in posto bellissimo. Per colpa di questa serie, ho ancora più voglia di prendere un aereo e andare in Giappone.
Anche l'uso della luce è gestito benissimo, soprattutto nelle scene notturne, in grado di mettere tanta ansia (in alcuni momenti mi sembrava di vedere un horror psicologico).
Colonna sonora azzeccata, trasporta alla grande, con una sigla di chiusura orecchiabile.

"Erased" è una serie che merita tanto. Secondo me è in grado di appassionare sia i fan del thriller/giallo che dei dorama più sentimentali. Non so come sia, rispetto all'opera originale e alle altre trasposizioni, ma come prodotto a sé tiene un livello di qualità molto alto.
Grazie Netflix, non smettere di regalarci queste bellezze.

RedNerd Andrea

Personaggi preferiti: Sono tutti belli, ma Kenya e Sachiko sono i migliori. Il primo ha un carattere davvero interessante, di cui conosciamo piano piano le varie sfumature, mentre Sachiko è una grande madre e un personaggio in grado di regalarci continuamente delle sorprese.

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