IL RITUALE - Maledette scorciatoie!




Ultimamente Netflix rilascia i nuovi arrivi ogni giorno, quando meno te l'aspetti. Un sabato, l'ho aperto per scaricare due cosette e trovo un nuovo film, "Il Rituale". Non so se me lo sarei guardato, se non fosse stato per il cast.
In ogni caso, ho scoperto un nuovo horror carino.

Trama: Quattro uomini vanno in Svezia a fare trekking e ricordare un loro amico prematuramente scomparso. Purtroppo avviene un imprevisto e sono costretti a trovare una scorciatoia in grado di riportarli alla civiltà il più presto possibile. Purtroppo hanno scelto la strada sbagliata...

Diretto da David Bruckner e distribuito in Inghilterra l'anno scorso, "Il Rituale" (in originale "The Ritual") è un film horror psicologico, basato sull'omonimo romanzo di Adam Nevill.

I quattro protagonisti sono Rafe Spall ("Black Mirror") nei panni di Luke; Arsher Ali interpreta Phil; Robert James-Collier (l'ambiguo signor Barrow in "Downton Abbey") è Hutch, mentre Sam Throughton interpreta Dom.

Il quartetto è ben differenziato: Luke è inizialmente codardo, soffre per i sensi di colpa dovuti a un trauma passato; Phil è il più tranquillo, anzi è piuttosto inutile; Hutch è un leader amichevole, una persona su cui tutti possono contare; Dom è il più pesante di tutti, sempre a lamentarsi o a polemizzare. Dei ragazzi piuttosto variegati, insomma. Il loro background personale è piuttosto sviluppato e le performance sono molto convincenti. Alla fine ci si affeziona a ognuno di loro (più o meno).

La storia comincia con i ragazzi che si prendono una birra in amicizia. Sono tutti allegri, parlano di andare a fare scampagnate, alla faccia della quasi mezza età. Poi avviene la tragedia e chi sopravvive ne rimane traumatizzato.
Passano dei mesi e i ragazzi fanno la tanto attesa scampagnata in Svezia. Sembra tutto andare bene, poi uno di loro si fa male e sono costretti a prendere una scorciatoia. E già hanno fatto una cavolata: MAI PRENDERE LE SCORCIATOIE, NEGLI HORROR. Ma la gente non ha ancora imparato.
Il quartetto, non ancora contento, decide di rifugiarsi in una capanna inquietante, deserta ma piena di roba strana. Cavolata numero due. E infatti i guai veri e propri hanno inizio.
Se prima l'atmosfera era tranquilla e le uniche scene critiche erano gli scleri tra il gruppo di amici, ora comincia l'horror: qualcuno comincia a perseguitare Luke e gli altri. Ci sono sia momenti slasher che soprannaturali. Ovviamente qualcuno morirà. Forse il finale è troppo banale, si sapeva chi sarebbe riuscito a "vincere" contro il male, anche se io, a un certo punto, ho avuto qualche dubbio...
Interessante anche la matrice psicologica: quando la situazione diventa pericolosa, la rabbia repressa dei personaggi esplode e ognuno si sfoga sugli altri, andando sul personale. Si può evincere che gli horror sono occasioni perfette per mettere alla prova le amicizie.
Alcune scene sanno essere ironiche, da buon film inglese.

La sceneggiatura è buona, si fa rispettare, a differenza di molti altri film del genere. I dialoghi sono interessanti, soprattutto lo scambio di battute/prese in giro/insulti tra i protagonisti. Il film, alla fine, scorre abbastanza veloce.

Sinceramente, il film non è proprio un horror: sì, ci sono scene di violenza, jump scares (neanche tanto prevedibili), ma l'atmosfera principale lo fa sembrare più un thriller psicologico con elementi soprannaturali, come sembrano confermare le scene finali. La paura non c'è, solo tanta ansia.

La foresta svedese regna sovrana, nel film. Tranne che nelle prime scene, i protagonisti vagano per questo luogo misterioso e angosciante, soprattutto di notte.
La musica è ok, niente di indimenticabile ma intonata all'atmosfera.

"Il rituale" è un film con del potenziale, bravi attori e una location suggestiva. Se la storia fosse stata meno prevedibile, l'avrei amato alla follia.

RedNerd Andrea

Personaggio Preferito: Hutch. Sono fan di Collier per colpa di "Downton Abbey", ma Hutch mi sarebbe piaciuto a prescindere: carattere altruista, schietto e affidabile.

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