MIRAI - E il premio al bambino più insopportabile di sempre va a...


Per la gioia degli amanti degli anime giapponesi, è iniziata la stagione Nexo Anime: fino a gennaio verranno proiettati per pochissimi giorni tre film animati. Il primo è "Mirai": un cartone visivamente bellino, ma strutturalmente troppo confuso, con una pecca davvero grave: un protagonista altamente insopportabile.

Trama: Kun, un bambino di 4 anni, ha difficoltà a sopportare la sorellina neonata Mirai, in quanto geloso delle numerose attenzioni che riceve dai genitori. Un giorno, dopo l'ennesima scenata, il bambino viziato scappa nel giardino della sua casa e fa una serie di incontri speciali...

Diretto da Mamoru Hosoda ("Wolf Children", "The Boy and the Beast") e prodotto dallo Studio Chizu, "Mirai" (in originale "Mirai no Mirai", ovvero "Mirai del futuro") è un lungometraggio animato giapponese con elementi comici e drammatici.

Il protagonista è Kun, affiancato dalla sua famiglia: non conosciamo il nome della madre, del padre e della nonna, ma solo quello della sorellina appena nata, Mirai. Altro personaggio importante è il cagnolino della famiglia, Yukko.
Nel corso della storia, conosceremo anche altri parenti e una Mirai proveniente dal futuro. 

Ora, sembrerò davvero una persona insensibile, ma Kun non l'ho trovato per niente un interessante protagonista. Viziato, arrogante, capriccioso, violento, non ha nemmeno un pregio. Non ho mai visto un bambino più insopportabile di lui, in un film. Il ragazzino di "Babadook", in confronto a lui, è un angelo!
Posso perfettamente capire che il suo carattere è stato progettato così in modo che la storia funzionasse meglio, ma c'è un limite a tutto, potevano scriverlo più normale. Mi sono trovato a offenderlo in vari termini, sperando si azzittisse in fretta, ma niente, per l'80% del film non fa altro che strillare, fare capricci e rappresentare un pericolo per la piccola, innocente e tenera sorellina.
Ma poi, non so voi, ma io a 4 anni non sapevo parlare benissimo la mia lingua. Nonostante non abbia un vocabolario (giustamente) vasto, Kun ha l'eloquenza di un bambino di almeno 7 anni. Se non avessi letto su Wikipedia e sull'opuscoletto (carino, tra l'altro) della sua reale età, avrei pensato che fosse più grande.
Diciamola tutta, però, ma nemmeno i suoi genitori sono piacevolissimi, soprattutto la madre: nonostante il viso dolce, si comporta da vipera, soprattutto con il marito, colpevole di essere solo un po' imbranato e di non aver aiutato molto la moglie all'epoca della nascita di Kun. Però almeno loro due sono personaggi molto realistici, perché c'è sempre un po' di squilibrio tra la coppia quando nasce un bambino...soprattutto se il figlio maggiore si comporta come un ingrato con manie di protagonismo. Senza offesa, ma non siete stati dei genitori perfetti, se Kun si comporta così.
Yukko, a momenti, è l'unico personaggio simpatico e adorabile...e non c'entra nulla il fatto che sia un cane. Anche se è un caciarone, almeno non fa del male agli altri.
I personaggi più secondari sono interessanti, soprattutto la Mirai del futuro.

La storia è resa in maniera un po' strana. Tutto comincia con l'arrivo in casa della piccola sorellina. Kun, da fratello maggiore entusiasta per l'arrivo diventa mano a mano sempre più geloso delle continue attenzioni che riceve la piccola Mirai e diventa protagonista di una terribile escalation di scenate di gelosia che farebbero rinchiudere in un manicomio persino Gandhi e il Dalai Lama. Se si riesce a sopportare questo ragazzino fino alla fine senza proferire offese e sclerare, allora si può sopportare ogni rogna sociale della vita.
Un giorno, dopo aver combinato un casino, Kun scappa nel giardino della casa e comincia a incontrare dei personaggi particolari, tra cui Mirai adolescente e alcuni suoi parenti provenienti dal passato. Grazie a questi eventi, Kun riesce a migliorare, anche se per poco, il suo carattere e il suo modo di rapportarsi con la neonata. 
Il motivo per cui la struttura della storia mi ha un po' confuso è il fatto che ogni evento è diviso dall'altro a scatti. Sembra di vedere una miniserie tv, con ogni episodio ambientato un paio di mesi dopo il precedente. Ovviamente non viene rivelato nulla di quello che potrebbe essere successo nel lasso di tempo ellisso. Il ritmo del film, soprattutto nelle scene in cui Kun incontra i suoi parenti, è lentino, infatti poco dopo metà film ho cominciato a sentire gli effetti della pesantezza. Per fortuna la parte finale e cruciale della storia è molto energica e sa coinvolgere davvero bene, soprattutto emotivamente.
Nonostante la prevalenza di scene impegnate, ci sono momenti simpatici e divertenti, con protagonista soprattutto il padre di Kun e il duo Mirai-Yukko.

Sorvolando sulle capacità linguistiche di Kun, la sceneggiatura è carina ed è molto più semplice della struttura della storia. I personaggi, anche se non tutti amabili, sono abbastanza sviluppati. Grazie al cielo, l'adattamento italiano non è sconvolgente.

I paesaggi sono interessanti, a partire dalla casa dei protagonisti, con tanto di misterioso giardino interno. Ogni luogo sa esprimere qualcosa.
I disegni, nonostante non siano moderni quanto i film di Makoto Shinkai o le varie serie animate dell'ultimo decennio, raffigurano i personaggi in maniera graziosa.
La colonna sonora è carina, ma non rimane impressa nella mente. 

"Mirei", grazie ai suoi disegni molti carini, in certi momenti incanta e anche la storia ha del potenziale, vista la tematica principale. Peccato che la trama è strutturata in maniera un po' confusa e quasi tutti i personaggi sono insopportabili.
Il prossimo film con protagonista un ragazzino lo salto a piè pari. 

RedNerd Andrea 

Commenti