HILL HOUSE - La casa dei miei incubi


Io NON sopporto i film e affini che hanno a che fare con i fantasmi. Mi terrorizza il fatto che ci siano entità che tu non puoi vedere o sentire, in grado di perseguitarti fino a portarti alla pazzia.
Piuttosto mi farei inseguire da un serial killer mascherato. 
Però quest'anno mi sento coraggioso: non solo guarderò Suspiria (prima l'originale, poi il remake che uscirà l'anno prossimo), ma ho subito dato una chance a "Hill House", serie horror targata Netflix.
Ho perso svariati anni di vita, a causa dei continui spaventi, ma sono anche rimasto soddisfatto. Al momento la reputo una delle migliori serie horror che ho visto in generale. 

Trama: La famiglia Crain è scampata agli orrori di Hill House, nonostante la perdita di uno di loro. 26 anni dopo, un'altra tragedia li costringerà a tornare in quella casa e affrontare ancora una volta i terribili fantasmi che essa ospita...

Creata da Mike Flanagan, regista che si sta costruendo una filmografia horror di tutto rispetto (su Netflix è disponibile anche "Hush", lungometraggio molto originale), "The Haunting of Hill House" (da noi conosciuta semplicemente come "Hill House") è una serie televisiva americana di genere horror soprannaturale; inoltre è basata sul romanzo omonimo di Shirley Jackson, uscito nel 1959.

I protagonisti assoluti sono i membri della famiglia Crain e abbiamo modo di conoscerli sia nei flashback del 1992 che negli eventi presenti:
- Olivia (Carla Gugino), la madre della famiglia;
- Hugh (Henry Thomas nella versione 1992, mentre Timothy Hutton interpreta Hugh nel presente), il padre della famiglia;
- Steven (Paxton Singleton da giovane, mentre da adulto è interpretato da Michiel Huisman), il figlio maggiore, ora uno scrittore;
- Shirley (Lulu Wilson da giovane, mentre da adulta è Elizabeth Reaser), la figlia maggiore, ora proprietaria di un'impresa di pompe funebri;
- Theodora (McKenna Grace da giovane, mentre da adulta è Kate Siegel), la figlia di mezzo, ora una psicologa;
- Luke (Julian Hilliard da giovane, mentre da adulto è Oliver Jackson-Cohen), il figlio minore, ora un tossicodipendente;
- Eleanor (Violet McGraw da giovane, mentre da adulta è Victoria Pedretti), figlia minore e sorella gemella di Luke, ora in una fase delicata della sua vita.
Altri personaggi importanti sono Kevin (Anthony Ruivivar), il marito di Shirley; i Dudley (Annabeth Gish e Robert Longstreet), i coniugi che lavorano come governanti di Hill House; Leigh (Samantha Sloyan), ex moglie di Steven, e Trish (Levy Tran), la nuova ragazza di Theodora.

I personaggi risultano molto interessanti e dotati di una profonda caratterizzazione. Soprattutto nel caso dei principali, abbiamo modo di conoscerli per bene grazie ai primi episodi, ognuno di quali di concentra maggiormente su uno di loro. Grazie anche ai numerosi flashback, abbiamo modo di vedere i cambiamenti tra passato e presente...peccato che la maggior parte di essi non sono per niente positivi.
Nessuno dei Crain è perfetto, soprattutto nel presente: Steven è scettico, si forza di non credere ai fantasmi e pensa solo a scrivere libri su esperienza tra l'altro non sue; Shirley è irritante, convinta di essere perfetta in tutto; Theo ha un caratteraccio e tende a reagire male con la famiglia; Luke si droga, mentre Eleanor è esaurita. Il povero Hugh si è fatto carico di tutta la tragedia targata 1992 ed è stato allontanato dai figli. Inoltre tende a parlare da solo.
Sintesi: so tutti traumatizzati dai fantasmi di Hill House. Come biasimarli?
La recitazione è ottima. La Gugino è perfetta nei panni di Olivia. Secondo me non avrebbero potuto scegliere un'attrice migliore per il ruolo, lei riesce a dare carisma, fascino e un tocco etereo. I bambini sono bravissimo, soprattutto nelle parti più horror, e le loro controparti adulte non sono da meno (i fan di Game of Thrones saranno contenti di vedere Huisman in ruolo di tutto rispetto, visto che Daario è diventato un povero elemento di contorno, mentre chi odia Twilight avrà modo di rivalutare la bravissima Reaser). Kate Siegel, moglie e collaboratrice artistica di Flanagan, dimostra anche lei di avere stoffa nel campo horror (è protagonista di "Hush").

La storia è semplice solo in apparenza: il primo episodio comincia con una breve rappresentazione della tragedia del 1992, per poi cominciare a mostrarci i Crain cresciuti. Gli eventi del passato, infatti, vengono gradualmente spiegati nel corso degli episodi, in modo da creare una perfetta armonia tra passato e presente fino agli ultimi minuti della serie.
Oltre all'evento principale, possiamo assistere ad altri flashback in grado di presentarci meglio i Crain e i Dudley, mentre nel presente comprendiamo prima lo stato in cui versano i rimanenti membri della famiglia, per poi avanzare verso l'evento principale. I Crain saranno in grado di affrontare per l'ultima volta i loro terrori peggiori? Starà al pubblico scoprirlo, se non rimarrà troppo spaventato prima. I colpi di scena ci sono, soprattutto nell'episodio finale. 
Ovviamente il clima principale è drammatico, ci sono molte scene piene di angoscia e paura e altre in grado di commuovere, ma ci sono anche momenti ironici in grado di giungere inaspettati. Vengono affrontati molti messaggi attuali, come la dipendenza, la difficoltà di accettare sé stessi, la famiglia e i drammi della vita a cui è impossibile sfuggire. 
Nonostante alcuni episodi superino addirittura un'ora di durata, non sono affatto pesanti e contengono molta roba che merita di essere approfondita fino ai titoli di coda. Gli elementi horror e drammatici vengono uniti alla perfezione e la serie risulta bellissima sia esteticamente che nei contenuti.

Anche la sceneggiatura è di ottimo livello. I dialoghi sono interessanti, i personaggi ben caratterizzati e la storia scorre che è un piacere.

Parliamo dell'elemento horror.
Hill House riesce dove tanti film spaventosi, che siano Slasher, Splatter, sovrannaturali o altri generi improponibili, non riescono minimamente: sa spaventare.
La sua risorsa maggiore consiste in modi di spaventare psicologici. C'è un grande utilizzo di luci e ombre, inquadrature molto ambigue. Ogni momento è buono per introdurre un elemento horror. Ci sono sia jump scare che momenti in cui la paura è presente nella scena senza agire, ma riesce comunque a incutere timore. I jump scare, rispetto a tante altre opere, hanno funzione sia paurosa che narrativa; grazie a essi è possibile avanzare nella storia.
I fantasmi sono tanti, uno più orribile dell'altro e in grado di lasciare un marchio indelebile nei protagonisti e, perché no, pure in noi spettatori. Le paure rappresentate in questa serie non sono molto lontane da quelle che possono avere le persone reali.
Sarebbe stato interessante scoprire qualcosa di più riguardo alcuni fantasmi, ma c'è già tanta roba nella storia, quindi vanno bene le informazioni presenti.
Il sangue c'è ed è usato in maniera molto realistica. Come già detto, la vera paura è psicologica.
Io di solito mi spavento poco. Provo molta ansia, soprattutto se non mi sono spoilerato la storia, ma alla fine gli spaventi pochi. Infatti non mi sono anticipato nulla sulla storia della serie e ne ho "pagato le conseguenze": durante ogni episodio, almeno 10 minuti li ho passati distogliendo un po' lo sguardo dallo schermo, in modo da addolcire l'impatto, nel caso avessi assistito a una scena spaventosa. In un episodio in particolare, penso di aver avuto il colpo più forte di sempre. Non solo sono saltato forte sulla sedia, ma sono rimasto senza fiato per alcuni minuti. Come ciliegina sulla torta, quella stessa notte ho avuto terribili incubi, in cui venivo inseguito e ucciso da Michael Myers, per poi diventare io il killer.
Ragazzi, datemi retta. 
NON GUARDATE QUESTA SERIE PRIMA DI ANDARE A DORMIRE. 
Lo dico per il vostro bene. 

A livello visivo, la serie è molto bella. Come già detto, le inquadrature sono molto interessante e contribuiscono, insieme all'utilizzo del buio, a creare molte scene di suspense. Hill House è bella, ma accogliente quanto i dintorni di un vulcano in piena eruzione. È lei il vero orrore.
Anche la colonna sonora è di alto livello. Ogni traccia è azzeccata e sa coinvolgere emotivamente. La sigla dei titoli di testa è molto bella e riesce a trasmettere ogni singolo sentimento che verrà provato nel corso della storia. Anche qui, paura e drammatica poesia si uniscono alla perfezione. 

"Hill House" mi ha aiutato a combattere la mia repulsione per le opere con protagonisti i fantasmi, grazie a una bella storia, personaggi accattivanti e ben recitati e un senso di paura trasmesso in maniera autentica.
Tutto molto bello...ma continuo a preferire gli Slasher. Almeno lì sai con cosa hai a che fare. Muori, ma almeno lo sai. 

RedNerd Andrea 

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