PENGUIN HIGHWAY - Pinguiniiiiiiiiii


Io ADORO i pinguini. Li adoro sin dai miei primi anni di vita. Li trovo buffi e adorabili allo stesso tempo. Se potessi, ne adotterei uno. Accetterei addirittura un lavoro al Polo Nord come coccolatore di pinguini, se esistesse.
Non a caso, di tutto il cast di Madagascar adoro i quattro pinguini; nonostante il gameplay non proprio semplice, adoravo il sergente Byrd nei giochi di "Spyro", per non parlare del misterioso Penta Pinguino, personaggio sbloccabile su "Crash Team Racing".
Da piccolo, piansi durante il documentario "La Marcia dei Pinguini" e ebbi pure svariati incubi, la notte stessa. 
Vabbè, si è capito il concetto. 
Quindi è ovvio che avrei fatto di tutto per vedere "Penguin Highway".

Il primo incontro con questo film risale a quando mi trovavo a Kyoto. Ogni tanto mi piaceva andare a un bellissimo centro commerciale vicino alla stazione. Su tutte le scale che guidavano all'ingresso era stato "stampato" il poster di "Penguin Highway". Nonostante fossi tentato di vederlo, non ci fu occasione, soprattutto perché un biglietto del cinema in Giappone costa più o meno il doppio che da noi. E vabbè.

Il film però non è passato inosservato, qui in Italia, perché Nexo Digital l'ha inserito nella sua piccola rassegna dedicata agli anime che propone ogni anno nei cinema.
Finalmente, dopo mesi da quel singolare incontro, ho potuto vedere il film. 
Poiché la prima opera della rassegna è stata "Mirai", avevo paura di avere a che fare con un altro anime noioso e irritante. Per fortuna non è successo, "Penguin Highway" l'ho apprezzato tanto, nella sua adorabile follia.

Trama: Nella città dove vive il piccolo ma molto sveglio Aoyama, cominciano ad apparire dal nulla dei pinguini. Incuriosito dagli eventi, il ragazzino, insieme ad alcuni suoi compagni e alla misteriosa Sorellona, si mette a indagare...

Diretto da Hiroyasu Ishida e prodotto dallo Studio Colorido, "Penguin Highway" è un lungometraggio animato giapponese, adattamento dell'omonimo romanzo di Tomihiko Morimi e uscito nel 2010.

Il protagonista è Aoyama, un bambino molto intelligente e curioso, nonostante la sua età, e ha un modo tutto suo di vedere il mondo. Ad affiancarlo, troviamo Sorellona, assistente del dentista in cui va sempre Aoyama, e più legata di quanto sembri al fenomeno dei pinguini; Uchida, il suo migliore amico, molto più ingenuo e fifone; Hamamoto, altra sua compagna di classe, sveglia e intelligente come lui; Suzuki, il bulletto della scuola; il padre di Hamamoto, ricercatore scientifico dell'Università che si interessa alle misteriose apparizioni. Appaiono anche i genitori e la sorellina di Aoyama, ma non rivestono ruoli importanti come gli altri.
Mi stavo dimenticando dei veri protagonisti per eccellenza: i pinguini. Dolci, buffi e adorabili pinguini. Ne vedrete a grandi quantità. 

Il pensiero di avere di nuovo a che fare con un bambino protagonista mi ha spaventato molto. Ancora non dimentico l'antipatia del ragazzino di "Mirai", uno dei mocciosi fittizi più odiosi e inutili che abbia mai visto su piccolo e grande schermo.
Grazie al cielo, Aoyama è tutto l'opposto. Il modo tutto suo con cui studia il mondo e la sua enorme curiosità lo rendono un bambino davvero particolare ma simpatico. Non c'è stato un momento in cui non mi sia risultato irritante o meritevole di una crocchia sulle gengive. Guarda e impara, Kun! 
Adora così tanto indagare che sarei curioso di vedere un episodio crossover con Conan Edogawa. Chissà chi arriverebbe per primo alla soluzione del caso! 
Anche gli altri personaggi sono interessanti, anche se i compagni di scuola sono leggermente stereotipati. 
Sorellona è il mistero in persona. Nemmeno sappiamo il suo nome. La sua personalità, però, è molto interessante e simpatica e ha anche altre qualità che saltano subito nell'occhio, persino in quello del piccolo Aoyama. Il suo legame con i pinguini è uno dei punti principali della storia, ma secondo me non è stato approfondito completamente.
Uchida è il classico fifone che preferisce fuggire via piuttosto che aiutare gli amici in pericolo. Hamamoto ha un bel caratterino ed è molto intelligente ma, a differenza di Aoyama, si comporta da tipica bambina, risultando in alcune occasioni un po' irritante. Suzuki è un bulletto particolare: sa essere odioso, ma si rende utile alla storia e fa anche ridere.
I pinguini si comportano da normali pinguini, con la differenza che si trovano in una città calda giapponese invece che nel Polo Nord. 

La storia è un po' arzigogolata. Tutto comincia con l'improvvisa apparizione dei pinguini nella città di Aoyama. Nessuno riesce a capire come siano finiti lì e il nostro acuto bambino comincia subito a indagare, insieme ai suoi amici. Nel mentre, approfondisce l'amicizia con Sorellona e scopre che il suo aiuto può risultare fondamentale per risolvere il mistero dei pinguini.
Durante la ricerca, vengono fatte altre scoperte, come quella di una misteriosa bolla d'acqua chiamata "Il mare", e introdotte misteriose creature chiamate Jabberwock.
A un certo punto, la situazione prende una piega negativa e la città finisce in seri pericoli. Aoyama è l'unico in grado di risolvere il problema e, da semplice investigatore, diventa l'eroe. Ovviamente i pinguini e Sorellona saranno la chiave per riportare la città in tranquillità.
Il genere del film è prevalentemente "comico" (non è che ci si sganascia dal ridere, ma ci sono molte gag) e il ritmo della storia è molto placido, a eccezione di qualche scena più dinamica. Ciò, unito al fatto che il film duri due ore, non rende l'opera perfettamente godibile. In un paio di momenti, non so se perché mi ero troppo rilassato o perché mi stavo rompendo le scatole, ho rischiato di addormentarmi. Per fortuna poi è arrivato il momento più importante e sono riuscito a rimanere sveglio e concentrato fino alla fine.
I misteri dei pinguini e del "mare" non vengono ampliamenti sviluppati, così come la vera identità di Sorellona. Eppure, in due ore, ci sarebbe stato tempo a sufficienza per spiegare tutto, anzi potevano eliminare le scene troppo vuote. Chissà perché questa presa di posizione da parte della regia. Speriamo che il romanzo sia più completo.
Nonostante questi difetti, il film ha un'atmosfera molto serena e solare e il finale, triste e bello allo stesso tempo, può portare lo spettatore a uscire dalla sala con un tenero sorriso.

La sceneggiatura è carina. Le battute sono simpatiche, gli scambi sono dinamici e non risultano banali e noiosi. I personaggi sono rappresentati in maniera simpatica, sebbene alcuni buchi di trama già menzionati.

La grafica l'ho trovata molto gradevole. Non c'è una mano super moderna (niente roba super tipo "Your Name" o lo Studio Ghibli), ma i disegni, nella loro semplicità, sono comunque fatti bene e mostrano dei personaggi molto belli. I pinguini sono davvero adorabili e i loro primi piani infondono tanta allegria. La voglia di entrare nello schermo per abbracciarne uno è stata tanta. I paesaggi sono molto belli e la città di Aoyama sembra molto accogliente. Sarebbe un posto molto carino in cui passare l'estate.
Colonna sonora buona, anche se non ci sono musiche che rimangono nella testa.

"Penguin Highway" è un film esteticamente molto bello e con degli spunti molto originali, anche se le sue potenzialità, soprattutto in ambito narrativo, non sono state sviluppate a pieno, a mio parere.
Da non vedere se si è troppo stanchi, sennò rischiate di abbioccarvi come me. 
Tuttavia, ha decisamente un suo perché. 
E stavolta non mi riferisco ai pinguini. 

RedNerd Andrea

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