CAMPING DEL TERRORE - Manco in campeggio si può stare in pace


I film horror degli anni '80 sono, in un certo senso, i migliori nel loro genere. Non voglio dire che siano tutti dei capolavori, ma rispetto alla maggior parte delle pellicole degli ultimi anni, essi riescono a regalare più intrattenimento, anche quando abbiamo a che fare con le sporcizie. Infatti, una caratteristica che ormai negli horror non si trova più è il trash, quello ambiguo, che non si capisce se sia stato messo in maniera volontaria o non dal regista, ma che nel 90% delle volte funziona e fa salire di qualche livello la qualità infima del film. Se non ci fosse stato il trash, dubito che alcuni film delle serie "Venerdì 13" e "Nightmare" e altre perle come "Notte tragica al bowling" e il primo "La Casa" sarebbero stati così godibili.

Sotto suggerimento di amici, sono entrato su Raiplay per cercare roba nuova e mi sono imbattuto in "Camping del Terrore", slasher degli anni '80 diretto da Ruggero Deodato, divenuto celebre per aver girato uno dei film horror più sconvolgenti in assoluto, "Cannibal Holocaust" (che io non ho ALCUNA intenzione di vedere, nemmeno tra venti anni). Infatti, nonostante le premesse, avevo paura di cosa mi sarei trovato davanti, ma facendo alcune ricerche (senza rovinarmi la trama), ho appurato che non ci sarebbero state scene estreme, in grado di farmi risalire persino la prima pastasciutta mangiata in vita mia, quindi ho proseguito con felicità la visione del film.

Posso dire con certezza che anche questo film fa parte delle perle degli anni '80 che mischiano horror e trash, senza però entrare particolarmente nella storia.

Trama: un gruppo di giovani si avventurano in un campeggio ormai caduto in rovina, in quanto è stato teatro di orribili omicidi, anni prima. Nonostante non siano visti di buon occhio dalla coppia proprietaria del posto, i ragazzi decidono di rimanere e a essi si unisce il figlio dei proprietari, ritornato a casa dopo aver fatto il militare. Non passa molto tempo che un misterioso assassino, lo Sciamano, comincia a far fuori i campeggiatori...

Diretto da Ruggero Deodato e uscito nel 1987,  "Camping del Terrore" è uno slasher di produzione italo-americana.

Il gruppo di ragazzi è composto da Ben (Nicola Farron), Tony (Stefano Madia), Carol (Luisa Maneri), Tracy (la Nancy Brilli che noi italiani conosciamo bene), Cissy (Cynthia Thompson) e Sidney (Andrew J. Lederer), a cui si aggiungono il trio Dave (Bruce Penhall), Sharon (Elena Pompei) e Scott (Sven Kruger). Il campeggio è tenuto dall'inquietante coppia di coniugi (e genitori di Ben) Julia e Robert (Mimsy Farmer e David Hess). Altri personaggi sono lo sceriffo Charlie (Charles Napier), il vice sceriffo Ted (Ivan Rassimov) e il dottor Olsen (John Steiner).

Il gruppo di giovincelli è uguale a ogni combriccola destinata a venire massacrata negli slasher: ci sta il belloccio, la svampita, la ragazza più normale, la provolona, il ciccione che fa lo scemo. La tipica gente. Sono così stereotipati che è facile immaginarsi chi muoia e chi sopravviva. Però alla fine sono simpatici, tranne Sidney. Troppo esagerato. Ovviamente non pretendevo uno sviluppo caratteriale decente dei personaggi. D'altronde, non stiamo parlando di una tragedia di Shakespeare.
Quando alcuni dei loro amici cominciano a sparire, poi, mica si preoccupano. Si fanno un paio di domande, poi tornano a fare gli scemi. Begli amici.
Molto divertente vedere la Brillona nazionale in un horror. Il mio primo pensiero, nel leggere il suo nome nei titoli di cosa, è stato "Per me muore". I maschi la apprezzeranno molto...come le altre attrici.
I coniugi proprietari del campeggio in rovina sono seriamente inquietanti, soprattutto Robert. A momenti fa più paura lui che il killer. Il figlio, al contrario, sembra una brava persona.
I due poliziotti sono pressoché inutili. Appaiono e scompaiono a loro piacimento e mai quando c'è bisogno di loro, tipo quando il killer sta per uccidere qualcuno.
Mai che la gente possa sentirsi al sicuro, in una storia horror. Il dottore è ancora più inutile. Tecnicamente dovrebbe avere un ruolo nella trama, ma finisce per essere la tipica figura che descrive il killer a chi indaga sulla sua identità, per poi non comparire più.
Quando si arriva ai momenti clou, ovvero gli attacchi del killer, le varie vittime cominciano a comportarsi in maniera ancora più stupida. C'è chi si nasconde in una macchina, chi dentro un tronco, chi si ferma nelle docce e comincia a spogliarsi (?). Della serie "Se la cercano".

La storia ricorda molto il genere di "Venerdì 13": un luogo bello e frequentato cade in rovina perché qualcuno ha avuto la brillante idea di ammazzare degli ospiti. Anni dopo, delle persone alla ricerca di divertimento finiscono nei paraggi e, nonostante gli avvertimenti di chi abita ancora lì, decidono di fermarsi lì per darsi alla pazza gioia. Ovviamente, è questione di ore prima che il killer, CASUALMENTE, interrompa il suo periodo di inattività per accoppare qualcuno. Le vittime aumentano e i disgraziati rimasti cercano di sopravvivere fino all'arrivo dei soccorsi.
Ci sono dei flashback buttati a caso che narrano i fatti prima della storia principale, sinceramente sono stati sfruttati molto male.
L'ordine delle morti è abbastanza prevedibile, si capisce bene chi sopravvive, anche se alcuni personaggi durano più del previsto. Diciamo che il film gioca molto sulle aspettative dello spettatore su vittime e superstiti e fa un buon lavoro. Ci sono scene goliardiche, anche se non fanno molto ridere, e i vari momenti horror tengono dinamico il ritmo del film.
La rivelazione del killer, alla fine, non è proprio banale. Interessante la presenza di più personaggi cattivi, oltre all'assassino. Siamo sicuri che tutte le vittime cadranno per mano della stessa persona?
Nonostante l'intrattenimento che offre il film, ci sono alcuni punti morti nella storia: per esempio, i primi delitti, avvenuti prima dell'evento principale, non vengono chiariti per niente.

La sceneggiatura è classica: battute stupide e banali, doppi sensi, urla, richieste di aiuto e così via. Tutto ordinario. La storia non è proprio chiara e i personaggi sono molto stereotipati.

L'elemento horror viene gestito a volte bene, altre no. Considerando che Deodato aveva diretto anni prima lo scioccante "Cannibal Holocaust", mi aspettavo molto più sangue e violenza in grado di disturbare il mio spirito. Per fortuna, non è stato così. Il sangue scorre, ma in maniera standard, e gli omicidi sono brutali, ma non rappresentati del tutto, come in molti altri film di quel decennio, in cui applicano la politica "mostro, ma non mostro". Sinceramente, visto il regista, speravo in meno oscurità negli omicidi. Il modus operandi, però, non è monotono, quindi la gente muore in vari modi. Il costume è inquietante, anche se non ci viene mostrato del tutto. Vediamo soprattutto la faccia dello Sciamano: deturbata, rugosa e con i capelli bianchi. Decisamente NON una faccia che vorresti vedere in primo piano.
Oltre alle classiche aggressioni, c'è anche una scena onirica, molto spaventosa.

L'ambientazione è stupenda. Il luogo del campeggio è enorme, c'è il bosco, la casa dei proprietari e le montagne limitrofe. Se non ci fosse il rischio di trovarsi a faccia a faccia con uno psicopatico mascherato, sarebbe un luogo molto bello per passare una vacanza in tranquillità. Luogo ricorrente sono anche le docce, miracolosamente funzionanti dopo un decennio di anni di inattività. 
Le scene notturne sono ben riuscite. Menzione negativa, però, per l'editing del film: è fatto veramente male, molte scene vengono interrotte bruscamente per passare a quelle successive. Visivamente, stona molto.
La colonna sonora è azzeccata, tiene svegli. Non a caso, c'è la mano di Claudio Simonetti, membro dei Goblin, rock band che ha firmato la musica di molti film horror italiani, come "Suspiria", "Profondo Rosso" e "Zombi".

"Camping del Terrore" mischia abbastanza bene horror e trash. Deodato poteva contenersi un pochino meno, senza però superare i confini della normalità. L'ambientazione e la mitica Nancy valgono buona parte del film.
Chi ama fare campeggio, però, valuti se vedere questo film.
Potrebbe togliervi la voglia di ripetere molto presto l'esperienza.

RedNerd Andrea

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