GREEN BOOK - Storia di un'amicizia



"Green Book" già faceva discutere, sia in senso negativo che positivo, prima di vincere il premio Oscar per il Miglior Film; ora le polemiche sono ancora più forti, soprattutto da parte degli artisti afro-americani. Basti vedere che Spike Lee ha cercato di andarsene prima della fine della cerimonia, in preda alla stizza.
Perché "Green Book" ha creato così tanto malumore?
Io sinceramente non l'ho capito bene. So solo che non vedevo l'ora di vederlo, soprattutto dopo la Cerimonia degli Academy Awards, e che sono uscito dalla sala contento perché ho visto un film davvero bello.

Trama: Il buttafuori Tony Vallelonga è alla ricerca di un lavoro, dopo che il suo night club è stato chiuso. Le sue ottime referenze lo portano a venire convocato per un colloquio col pianista "Doc" Shirley, alla ricerca di un autista per il suo nuovo tour...

Diretto da Peter Farrelly e scritto da Farrelly, Brian Hayes Currie e Nick Vallelonga (il figlio di Tony), "Green Book" è un film biografico che include elementi comici e drammatici, basato su interviste fatte ai veri Vallelonga e Shirley, nonché alcune lettere scritte dal padre alla madre, Dolores. Il nome è dovuto al "The Negro Motorist Green Book", una guida da viaggio per afro-americani che conteneva informazioni sugli hotel e ristoranti che avrebbero potuto accoglierli.

Il cast è ristretto. I due protagonisti, Tony e Don, soprannominato "Doc", sono interpretati da Viggo Mortensen (il mitico Aragorn de "Il Signore degli Anelli") e Mahershala Alì, già Premio Oscar per "Moonlight". Altri personaggi importanti sono Dolores (Linda Cardellini), la moglie di Tony, Oleg e George (Dimiter D. Marinov e Mike Hatton), gli altri due componenti del trio in cui suona Shirley.

Inizialmente Tony sembra un poco di buono: fa a botte dove lavora, fa i magheggi per entrare nelle grazie di qualche personaggio potente e sembra avere qualche atteggiamento razzista. Poi è costretto a cercarsi un altro lavoro, qualunque cosa pur di portare i soldi a casa (arriva addirittura a fare gare di abbuffate). L'incontro con Shirley è illuminante: si tratta non solo di un'occasione per portare una buona somma di denaro a casa, ma anche per conoscere un mondo totalmente diverso dal suo. Avrà una bellissima evoluzione, nel corso del film.
Nonostante sia una persona che perde le staffe facilmente, la maggior parte delle volte lo fa per difendere le persona che ha vicino. La sua natura burbera, il suo appetito perenne (Mortensen è ingrassato vistosamente per il ruolo) e la sua parlantina, parolacce incluse, lo rendono un protagonista irresistibile. Anche la sua fedeltà alla famiglia gli fa guadagnare punti.
Il motivo per cui viene soprannominato "Tony Lip" è geniale. Il suo talento nella "diplomazia" si rivelerà molto spesso utile.
Shirley è un uomo completamente opposto a Tony: nero, raffinato, educato, parla forbito (Tony invece è terra terra e ha un marcato accento meridionale). A prima vista, è chiaro che i due sono destinati a non sopportarsi, nel peggiore dei casi a litigare di brutto. Infatti, nei primi momenti Shirley riprende spesso il grezzo Tony, ma in seguito lo accetterà, tanto da aiutarlo a scrivere lettere migliori per la madre e da confidargli i suoi problemi personali. Il suo carattere molto difficile deriva da una risposta caratteriale a un clima estremamente avverso a quelli come lui (siamo agli inizi degli anni '60 e gli afro-americani non erano accettati in moltissimi posti, non era nemmeno permesso loro di viaggiare in determinati luoghi e determinate ore). Se nelle prime scene l'uomo risulta un po' irritante, in seguito non riusciremo a non provare forte empatia per lui. Molto probabilmente, agiremmo nello stesso modo in cui si trova a rispondere Tony.
L'amicizia tra l'improbabile duo è la colonna portante del film: più passa il tempo del tour di Shirley, più i due cominciano a legare, fino a formare un legame di fiducia e complicità. Tony scoprirà di essere molto più tollerante dell'80% degli americani e di saper essere un amico molto premuroso, mentre Shirley finalmente si sentirà meno solo e potrà aprirsi un po' di più.
I due musicisti non sono dei gran personaggi, appaiono poco e servono più per spiegare il passato di Shirley a Tony nelle prime scene.
Anche Dolores risulta limitata, ma è molto dolce e simpatica, traspare in lei una donna dalle ampie vedute, considerata la sua epoca. Menzione speciale a Linda Cardellini: sono passati anni dal live action di "Scooby Doo", ma è sempre splendida. Mai avrei pensato che fosse proprio lei a interpretare Velma!
Gli altri personaggi appaiono solo in determinate scene e sono per la maggior parte individui negativi che trattano male il povero Doc con atteggiamenti razzisti davvero stomachevoli.
Invidio Doc che risponde a loro sempre con cortesia di circostanza, io li avrei presi tutti a testate, altro che Zidane o Aldo Baglio in "Chiedimi se Sono Felice".
Che schifo, ragazzi. Non che siamo messi meglio, adesso, anzi è grave se la situazione attuale è pressoché simile a 50 anni fa.
E meno male che la razza umana dovrebbe essere quella più intelligente, sviluppata e CIVILE. 
Meglio smetterla qui. 

Tornando al film, faccio un enorme plauso a Mortensen e Alì, bravissimi a trasmettere la natura dei loro personaggi anche solo con la postura. Avendo visto mille volte "Il Signore degli Anelli", ancora mi fa strano vedere Mortensen più al naturale e recitare ruoli non fantasy, ma è davvero bravo.
Su Alì niente da dire, espressività pazzesca ma possiede anche un carisma davvero raro. A volte è come se avesse un aura intorno a lui che trasuda figaggine e classe. 
Insieme hanno una chimica che funziona benissimo. 

Devo però dire che i personaggi vengono resi in chiave un po' troppo stereotipata. Spike Lee e compagnia bella si lamenteranno pure che gli afro-americani sono stati resi in maniera macchiettistica (cosa che sinceramente non mi è sembrata, ma la mia affidabilità è pari all'umiltà di Cristiano Malgioglio), ma noi italiani dovremmo essere ancora più infastiditi: Tony è volgare, terra terra, magna come un porco, a volte il suo piatto contiene spaghetti al sugo con polpette, è una testa calda, ha l'accento del sud molto marcato e sembra sembra coinvolto con gente dall'aspetto mafioso. Mancava solo il mandolino e ci sarebbe stato il pacchetto completo dell'italiano stereotipato. Anche Dolores è abbastanza macchietta: moglie premurosa, sentimentale, cucina e pensa solo alla casa. 
Quindi Spike caro, polemizza su cose più importanti. 

La storia è più semplice di quanto sembri: Tony ha il compito di guidare Shirley in giro per le varie località in cui è previsto il suo tour, finendo il giorno della vigilia di Natale.
"Green Book" è uno di quei rari film in cui non ci sono colpi di scena scioccanti e forzati, l'elemento che mette più ansia è il rischio, percepibili sin dalle prime scene, che Tony non riesca a tornare a casa in tempo per la vigilia. Qualche sorpresa c'è comunque. 
Il ritmo del film è molto tranquillo, siamo protagonisti anche noi del tour di Shirley e Tony e vediamo tanti luoghi, piacevoli e non, con tanto di imprevisti e soste forzate.
Interessante l'elemento del cibo, che ha un suo ruolo nella costruzione dell'amicizia tra Shirley e Tony. Quando ci sono solo Tony e il cibo, le risate sono assicurate.
Il tema del razzismo, ovviamente, ha un ruolo primario, sia nel legame tra i due protagonisti che tra Shirley e il mondo intorno a sé. Si trattava di un tema molto delicato, all'epoca, così come l'omosessualità.
Ci sono molti momenti ironici, soprattutto nelle fasi iniziali del viaggio, in cui vediamo Shirley lamentarsi spesso delle maniere di Tony, ma nelle fasi avanzate del film, quando scopriamo di più i conflitti interiori del pianista e assistiamo agli episodi più "violenti" di razzismo, il clima si fa più teso e drammatico, senza sfociare in melodrammi esagerati. Ci si commuove anche un po' e si spera, fino alla fine, che l'amicizia tra i due protagonisti proceda a gonfie vele fino alla fine del tour.
Il finale è molto carino, abbastanza prevedibile ma molto soddisfacente. Essendo un film biografico, all'inizio dei titoli di coda ci vengono presentati i protagonisti reali attraverso dell foto, accompagnati da brevi descrizioni sulla storia successiva al film.

La sceneggiatura è molto carina. I dialoghi sono coinvolgenti, alcuni sanno essere molto divertenti, mentre altri più intensi. Non so per quale motivo, ma ho amato molto una frase di Tony: "Il mondo è pieno di gente sola che ha paura di fare il primo passo." Credo sappia essere molto attuale.
La personalità e anche l'educazione dei personaggi si riflette molto nel modo in cui parlano: Tony è molto più grezzo e rapido, mentre Shirley è pacato, scandisce ed è molto forbito. Il contrasto evidente tra i due rende la loro amicizia ancora più affascinante. Gli exploit culturalmente ignoranti di Tony sono oro.
Nonostante siano stereotipati, i personaggi principali sono comunque resi bene e si finisce per affezionarsi molto a loro.

L'idea del tour è molto bella, vediamo molti posti completamente differenti tra loro: ristoranti eleganti, fast food (ci ho messo un po' a capire che il Kentucky Fried Chicken fosse l'ora celebre KFC...la mia stupida ingenuità si commenta da sola), villette di classe, motel di basso conto, bar malfamati, case accoglienti. C'è di tutto e di più. Abbiamo anche modo di vedere il cambiamento di stagione con scene calde e assolate e altre più fredde e nevose.
Alla fine, è sembrato anche a me di aver fatto un bel viaggietto per il sud degli Stati Uniti, tornando persino indietro nel tempo.
Colonna molto coinvolgente, sentire le esibizioni di Shirley è rilassante. Non sono un amante del suo genere di musica, ma mi sarebbe piaciuto vedere qualche esibizione in più.
Non sono in grado di giudicare l'uso degli accenti nella versione originale, avendo visto il film doppiato, in cui il dialetto del sud è molto marcato, mentre Shirley parla in perfetta dizione. Pino Insegno su Viggo Mortensen è la morte sua, non potrei immaginare nessun altro doppiatore al posto suo (sarà il fatto che ho visto "Il Signore degli Anelli" un'infinità di volte?).

Nonostante ci siano delle inesattezze storiche e molte persone, tra cui i parenti di Shirley, abbiano sollevato polemiche, reputo il film una meraviglia.
I personaggi sono stereotipati? E sti cavoli, ciò non affossa la qualità della pellicola, la storia è bellissima e lancia dei messaggi profondi e molto attuali, nonostante siano passati quasi 50 anni.
L'amicizia tra Tony e Doc è una delle più belle che abbia mai visto negli ultimi anni: è in grado di far sorridere e commuovere ed è un esempio di vera umanità.
Ho apprezzato moltissimo l'atmosfera del film, leggera e coinvolgente fino alla fine, e le interpretazioni dei due protagonisti.

"Green Book" ha fatto incetta di premi, tra cui un BAFTA, tre Golden Globes e tre Premi Oscar, tra cui quello per il Miglior Film (eravamo tutti convinti che avrebbe vinto "Roma" di Cuaron).
Se non ci fosse stato Rami Malek nella stessa categoria, penso che Mortensen avrebbe stravinto il premio per il Miglior Attore. Alì, invece, ha vinto molti premi, compreso l'Academy Award, per il Migliore Attore non Protagonista: mai premio fu così meritato.

Lungi dalle polemiche, fondate o infondate che siano, "Green Book" è una vera sorpresa.

RedNerd Andrea

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