TOY STORY 4 - Verso l'infinito...




"Toy Story" è sicuramente la saga a cui sono più affezionato, non solo tra i film Pixar ma tra quelli Disney in generale.
Da bambino andavo matto per il gruppo avventuriero dei giocattoli di Andy. Mi ricordo che avevo un peluche di Woody, il pupazzo di Slinky, le varie action figure che uscirono al McDonald's come gadget degli Happy Meal (chi se la scorda l'epopea per riuscire a trovare il pupazzo di Jessie??) e, ovviamente, guardavo le videocassette dei primi due film una volta sì e l'altra pure.

Poi, giustamente, si cresce e cambiano i gusti, però sono sempre rimasto un collezionista...entro certi limiti, perché spendere più di 100 euro per una action figure la reputo una follia. I giocattoli sono diventati funko pop, modellini di personaggi di anime e picchiaduro, cose così. 
Però il mio affetto per "Toy Story" non è affatto sparito del tutto, visto che noleggiai il terzo capitolo e mi commossi pure in alcune scene.
Impossibile dimenticare Woody, Buzz, Rex e company.
Decisamente impossibile. 

Motivo per cui sono andato a vedere anche l'ultimo capitolo della saga, senza aspettative ma con una voglia matta di tornare bambino.
Ebbene sì, a 25 anni sono andato fieramente a vedere "Toy Story 4" da solo. 

Beh, da inizio a fine film ho spesso rivisto la mia infanzia, soprattutto gli anni difficili delle elementari, e mi sono ancora una volta appassionato alle avventure di Woody e dei suoi amici. In alcuni momenti il mio cuore duro e scontroso è stato a un passo dallo sciogliersi, ma il picco di tenerezza c'è stato quando ho visto un ragazzino che si è portato il pupazzo di Buzz Lightyear in sala. Avrei voluto davvero abbracciarlo.

Trama: Woody e gli altri giocattoli ormai si sono ambientati nella casa di Bonnie, la loro nuova bambina. Lo sceriffo fa di tutto per stare accanto alla piccola, aiutandola nei primi giorni dell'asilo. Quando i genitori di Bonnie decidono di portarla a fare un viaggetto, la bimba si porta alcuni giocattoli, compreso Woody. All'improvviso, la gita diventa un tripudio di guai e imprevisti...

Diretto da Josh Cooley, prodotto dalla Pixar e distribuito dalla Walt Disney Pictures, "Toy Story 4" è il quarto capitolo dell'amatissima saga di animazione nata nel 1995.

Gran parte dei personaggi conosciuti nei film precedenti è di nuovo tra noi: ovviamente ci sono i grandi veterani come lo sceriffo Woody, Buzz Lightyear, la cowgirl Jessie, il tirannosauro Rex, Slinky il cane a molla, i coniugi Potato e il maialino Hamm ma anche aggiunte più recenti come la tirannosaura Trixie, la bambola di pezza Dolly e l'unicorno Uovo di Panna.
Abbiamo anche un grande ritorno: la pastorella Bo Peep, assente nel terzo film.
Le new entry sono numerose: prima di tutto, abbiamo Forky, un "giocattolo" inventato da Bonnie. Poi conosciamo Ducky e Bunny, una papera e un coniglio di peluche attaccati tra loro; la minuscola Giggles; Duke Caboom, motociclista acrobata canadese; Gabby Gabby, una bambola raffinata degli anni '50 con un malfunzionamento al riproduttore vocale, assistita da alcuni pupazzi da ventriloquio chiamati Benson.

I personaggi umani, come sempre, sono pochi. Abbiamo la piccola Bonnie e i suoi genitori, la signora dell'antiquariato e la nipote Harmony. Abbiamo anche modo di rivedere Andy, anche se ormai non è più il bambino di Woody. 

Ci tengo a precisare che sono Team Woody: ho sempre voluto incondizionatamente bene allo sceriffo, nonostante abbia fatto le sue cavolate. Non che non mi piaccia pure Buzz, ma Woody è Woody.
Altri miei grandi amori sono Slinky (I cani sono uno dei miei punti deboli) e la fantastica Jessie.
In generale, però, ho adorato tutti i personaggi dei primi due film, tanto da sentire la mancanza del cattivissimo Zurg, del pinguino Wheezy e dell'adorabile Bullseye.
I giocattoli più recenti non sono malaccio, ma ovviamente non reggono il confronto con le leggende. I tre più importanti del terzo film sono piacevoli, anche se Dolly appare poco. Trixie e Cono di Panna, invece, regalano momenti di ilarità.

Il ritorno di Bo Peep è stato un colpo al cuore: si era sentita davvero la sua mancanza nel film precedente. Rivederla con un carattere diverso ha avuto un grande impatto nel mio animo da bambino affezionato ai primi due film. Il suo legame con Woody è davvero forte. Le sue pecorelle sono meravigliose. 

Riguardo le new entry di questo film, il discorso è uguale a quello riguardo i personaggi del terzo film: carini, ma non al livello dei veterani.
Forky è esilarante. Brutto come pochi (ma creato con il cuore), compensa tutto con la sua follia e la sua adorabile ingenuità.
Ducky e Bunny sono due comari con un bel caratterino e un'enorme fantasia. Fanno morire dal ridere.
Giggles e Duke sono simpatici, mentre Gabby Gabby ci inganna con il suo aspetto elegante e dolce: anche lei, però, ha un suo lato più fragile, in molti momenti mi ha fatto tenerezza. Le sue guardie del corpo, invece, sono orribili e inquietanti. Loro sono il motivo per cui non voglio andare a vedere gli horror con i pupazzi, compreso "Annabelle".

Bonnie non è Andy, ovviamente, ma è troppo tenera con le sue guanciotte. I genitori, soprattutto il padre, sono buffi.

La storia è molto piacevole: è passato poco tempo dagli eventi del film precedente e i giocattoli si stanno abituando alla nuova bambina, Bonnie. Da bravo sceriffo, Woody cerca di starle sempre accanto, in modo che sia sempre felice. Grazie a lui, viene creato un nuovo giocattolo, Forky, e Bonnie riesce a passare delle belle giornate, tanto che i genitori decidono di portarla in gita. 
Forky sarà la forza portante del film, visto che le sue azioni causeranno buona parte degli eventi. 
Gli altri giocattoli dovranno usare tutto il loro ingegno per salvare la situazione e impedire che la gita e l'umore di Bonnie vengano guastati.
Per fortuna, Woody può contare su un grande aiuto: Bo Peep. 
Chi è rimasto male nel non vederla nel film precedente viene pienamente accontentato, anche perché si scoprirà cosa le sia successo prima del terzo capitolo. 
Tra imprevisti e corse rocambolesche, rimaniamo coinvolti in molti colpi di scena e il finale sa essere soddisfacente, anche se chi è cresciuto con i giocattoli di Andy subirà forti colpi al cuore. 
Oltre alla trama principale, vedremo Woody alle prese con molti dilemmi, come il suo rapporto con Bo e i continui ricordi che lo legano a Andy. 
Ci sono molte scene divertenti. Forky è un mattatore, anche se Ducky e Bunny non sono da meno. Tutta questa allegria, però, viene affiancata da momenti in cui i nostri feels vengono messi a dura prova. Lo ammetto, in un paio di scene ho trattenuto a fatica qualche lacrimuccia. 


La sceneggiatura è molto carina. I dialoghi sono coinvolgenti e simpatici e ci sono dei messaggi importanti, come di consueto nei film Disney, anche se rappresentati in maniera particolare. 
I personaggi sono piacevoli, anche se qualche veterano avrebbe meritato un pochino di spazio in più. 
I riferimenti alla cultura popolare sono sempre ben accetti ("Yes, We Canada" è meraviglioso), anche se niente batterà la rivelazione di Zurg stile Darth Vader. Ancora rido, al pensiero. 

La grafica è sempre apprezzabile. I giocattoli sono tutti adorabili e ben distinguibili tra loro, anche nel caso delle new entry. C'è davvero tanto colore.
Colonna sonora che coinvolge emotivamente lo spettatore, a partire dalla stupenda "Hai un Amico in Me". Il fattore nostalgia funziona alla grande.
Menzione a parte per il doppiaggio: sapevo che sarebbe stata dura sentire Woody con una voce diversa da quella del meraviglioso Fabrizio Frizzi (bravissimo nel doppiarlo ma anche uno dei migliori tra i professionisti del mondo dello spettacolo) e per tutto il film ho pensato a come avrebbe detto lui le battute, ma la scelta del nuovo doppiatore è stata davvero azzeccata, visto che Angelo Maggi è un mostro di bravura (ha prestato la voce a Robert Downey Jr/Tony Stark, Iain Glen/Sir Jorah Mormont e il grande Mark Harmon/Gibbs di "NCIS"...e sono solo tre dei tanti personaggi/attori che ha doppiato). Una grande scoperta è stata Luca Laurenti, che ha prestato la voce a Forky. Io a Laurenti lo adoro, anche se viene sempre bullizzato da Bonolis, e sì. Ogni volta che lo sentivo parlare in questo film, pensavo alla Bavosa e mi veniva ancora di più da ridere. Per concludere, il micidiale Corrado Guzzanti doppia Duke Caboom. Sempre un grande professionista. Vulvia ti adoro.
Il doppiaggio in generale è fantastico, come sempre. 

"Toy Story 4" è stato un meraviglioso ritorno all'infanzia e anche un viaggio nel mio mondo interiore per capire se i miei gusti fossero cambiati con la maturità.
Non è cambiato pressoché nulla, nonostante possa definirmi sulla strada per diventare adulto: ho adorato molto il film, ho voluto bene a Woody, Buzz, Jessie e a tutti gli altri e mi sono anche emozionato.
Visto il finale, non vorrei vedere un quinto sequel. Rischierebbero di rovinare una storia bella finita, anche se hanno infranto nel mentre una miriade di cuori. 
Verso l'infinito e oltre.
Grazie Fabrizio. 

Cosa mi è piaciuto:
- Praticamente quasi tutto: storia, personaggi (Gabby Gabby un personaggio davvero complesso e Forky adorabilmente terribile).
- Angelo Maggi come degno sostituto di Frizzi e Luca Laurenti come Forky (ma tutto il doppiaggio del film).
- Rivedere Bo Peep.

Cosa non mi è piaciuto:
- Poco spazio ad alcuni veterani.
- I Benson: come bodyguard di Gabby Gabby ci stavano, ma sono veramente spaventosi, degni dei peggiori film horror sulle bambole omicide. Spero che i bambini non se li sognino la notte.

RedNerd Andrea

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