NOW PLAYING: DANGANRONPA: TRIGGER HAPPY HAVOC - I traumi.




Poche cose mi hanno traumatizzato, nei videogiochi, soprattutto in questi ultimi anni. Molti spaventi sono stati causati quando ero piccolo, quasi tutti giocando a "Resident Evil": non mi dimenticherò mai dell'apparizione del primo zombie, per non parlare di Yawn, il serpente gigante. E di QUEL MALEDETTO RAGNO GIGANTE.
Non mi scorderò mai la scena di "Final Fantasy VII". Sapete benissimo di cosa sto parlando.
Un'altra cosa che mi ha fortemente turbato l'anima per anni è stata la faccia di Yoshimitsu nel primo Tekken.


Vi sfido a rimanere sereni, di fronte a una maschera Hannya!

Ora riesco a reggere di tutto, pure le botte forti, tranne "The Last of Us". Non ho battuto ciglio di fronte ai vari shock di "Heavy Rain" ma piango già all'inizio della storia di Joel. Che cosa c'è di strano di me?

Ma...tutto è cambiato, il giorno in cui ho cominciato "Danganronpa: Trigger Happy Havoc". Scoperto per puro caso in un Gamestop, sono rimasto conquistato dal mix di elementi alla Ace Attorney e quelli di un giallo a tinte horror. Mi sono detto "Ma sì, dai. Affronterò degli omicidi e mi divertirò a risolverli, nonostante io sia un benemerito scemo. Cose di tutti i giorni!".
Non lo avessi mai detto. Non mi ricordo quanto ci misi a finire la storia, ma quando ho spento la PSVita, poco ci è mancato prima che mi rintanassi raggomitolato in un angolo, dondolando peggio di un bimbo satana nei film horror.
Ero sconvolto. Un videogioco, dopo tanto tempo, mi aveva causato dei traumi.
Cosa ha "Danganronpa" di così sconvolgente? È ora di parlarne.

Trama: Il liceale Makoto Naegi si risveglia all'interno della Hope's Peak High School. Non ha ricordi delle sue azioni precedenti. Addentrandosi nell'edificio incontra altri 14 ragazzi della sua età, nelle sue stesse condizioni. All'improvviso appare davanti ai ragazzi un piccolo orso parlante, Monokuma, che dà loro un annuncio scioccante: non solo saranno costretti a vivere all'interno della scuola, ma esiste solo un modo per diplomarsi...uccidere.

Sviluppato dalla Spike Chunsoft e uscito per la PSP nel 2010 ma solo in Giappone, "Danganronpa: Trigger Happy Havoc" ha raggiunto una maggiore popolarità nel 2014, quando in Occidente è stato localizzata la versione per la PSVita. In seguito è uscito anche per PC e per la PS4, insieme al sequel.
Poiché quasi tutto il gioco verte su dialoghi e scelte, il genere di "Danganronpa" è decisamente quello delle visual novel.

Dei 15 studenti, controlleremo Makoto Naegi, ironicamente il più noioso del gruppo. L'ho trovato un vero pesce lesso.
Gli altri ragazzi sono molto più caratterizzati, anche se in maniera un po' stereotipata. Ve li presento:
- Celeste, la gotica
- Hifumi, l'otaku pervertito
- Kyoko, la tsundere taciturna
- Leon, il ribelle
- Mondo, il bulletto
- Aoi, la tettona
- Taka, il ragazzo tutto regole
- Byakuya, il saccente
- Sakura, il maschiaccio
- Sayaka, la idol kawaii
- Junko, la ragazza fashion
- Chihiro, la geek informatica
- Toko, la disagiata
- Hiro, l'idiota
In realtà, questi stereotipi riguardano più l'aspetto fisico e il carattere "superficiale", in quanto più avanziamo nel gioco, più sfaccettature interessanti scopriamo. Inoltre si sanno rendere amabili o odiosi sin dalla loro presentazione, quindi ti leghi subito a loro.
Un'altra loro caratteristica è che ognuno di loro eccelle in un campo particolare, motivo per cui sono stati ammessi alla Hope's Peak, scuola che di norma (prima del Killing Game di Monokuma), accettava tanti studenti prodigio. Qui abbiamo, per esempio, il prodigio dell'informatica, del nuoto, delle arti marziali, del gioco d'azzardo e tante altre cose fighe.
Makoto no. Non ha un talento particolare, eccetto quello di starti sui cosiddetti. Lui è lo studente fortunato, ovvero fa parte della scuola perché estratto a sorte tra migliaia di altri studenti ordinari come lui.

Ora parliamo di Monokuma. Nonostante il suo aspetto morbidoso, è uno psicopatico. Non ha un briciolo di umanità e gode nel vedere morire dei liceali. Ciò nonostante, è perfetto come peluche ed è iconico. Al Romics spopolano i suoi cappelli.

La storia è il vero trauma. Ogni capitolo verte su un omicidio e sul processo tra gli studenti sopravvissuti per trovare il colpevole. Se vince il colpevole, gli altri muoiono, mentre esso o essa si diploma e può lasciare l'edificio. Il tutto accade senza avere la minima idea di cosa sta succedendo nel mondo esterno. Nemmeno noi giocatori siamo pronti a saperlo.
La vittima non la scegliete voi, è preimpostata. Quindi attenti a chi vi affezionate, è molto probabile che verrà ucciso o rivelato come l'assassino. In ogni caso, farà male. La cosa peggiore è che Monokuma spinge a uccidere usando i mezzi più sleali del mondo, quindi scoprirete i lati più oscuri dei personaggi e soffrirete ancora di più. Sul serio, preparatevi psicologicamente, perché a ogni episodio dovrete dire addio ad almeno due ragazzi.
Ovviamente non mancano i misteri e i colpi di scena e sono magistrali. È quasi impossibile prevedere chi possa morire o sopravvivere. Inoltre c'è una grossa domanda che vi farete, a un certo punto: Chi è la persona che si nasconde dietro Monokuma?
Non ci arriverete mai.

Il gameplay, per chi ama "Ace Attorney", è davvero intrigante: ogni capitolo è suddiviso in due parti: la prima "School Life", consiste in scene in cui vengono approfonditi i personaggi in occasioni di vita quotidiana e in cui puoi esplorare la scuola in prima persona: più avanzi nella storia, più sezioni diventano disponibili. Questa è la sottoparte "Daily Life". Nella seconda sottoparte, "Deadly Life", la giornata subisce una brusca svolta: qualcuno crepa e Makoto, aiutato dai sopravvissuti, deve raccogliere più indizi possibili in una specie di tablet prima che il processo abbia inizio.
Il "Class Trial", la seconda parte del capitolo, è il lungo processo per trovare il colpevole. L'attività principale è il "Nonstop Debate", in cui tutti gli studenti rimasti cominciano a discutere dell'omicidio, cercando di proclamare la propria innocenza o di incolpare uno di loro, fino a che voi non trovate una contraddizione. Colpendo la frase che non vi convince con un prova (raffigurata come un proiettile), ponete fine alla discussione e avanzate nella ricerca della verità.
Durante il processo, dovrete risolvere altri minigiochi (come uno in stile sparatutto e un duello in modalità "Rhythm Game") per ottenere nuovi indizi. A un certo punto, troverete il colpevole e ricostruirete letteralmente il delitto, ponendo fine al processo. Ora non vi resta che gustarvi (per modo di dire, perché soffrirete) il finale e si passa al prossimo capitolo, fino ad arrivare, con pochi sopravvissuti, al confronto finale.

È tutto molto arzigogolato, sia a livelli di storia che di gameplay, ma provandolo di persona, si rimane catturati, finendo per provare una grande esperienza di gioco.

La sceneggiatura è ottima. Ci sono una marea di dialoghi, sia divertenti che drammatici e gli omicidi funzionano, sono sconvolgenti ma logici.
Osservando i terribili eventi raffigurati, si vede la mano di persone seriamente diaboliche alla scrittura: mi auguro che si siano rese conto di aver fatto soffrire un sacco di giocatori.

Il gioco dura molto. Dopo aver finito la lunga storia, ci sono anche molti collezionabili da ottenere e una nuova modalità da giocare. Ci vorrà un po' prima di ottenere il trofeo di platino (parlo per esperienza personale). È importante legare con gli altri studenti, in quanto possono ricompensarti con oggetti esclusivi.

Essendo un giallo a tinte horror, la violenza ci sta. Non c'è gore, ma il sangue scorre a flotti, contraddistinto da un colore rosa shocking. Il risultato è impressionante, soprattutto perché molti dei delitti (e anche le punizioni riservate ai colpevoli) sono molto sanguinosi. Sembra proprio che ogni cosa punti a far soffrire il povero giocatore.

L'ambientazione è enorme e molto inquietante. Ogni volta che si gira un angolo, c'è sempre la paura di trovare una trappola, un cadavere o, peggio ancora, Monokuma. Le varie stanze, oltre a dare informazioni sul Killing Game, sono essenziali per risolvere gli omicidi.
I personaggi sono raffigurati in 2D, con degli sprite stile anime, mentre le ambientazioni sono più in 3D. Non ci sono animazioni, tranne che in alcuni filmati.
La colonna sonora è piena di tracce angoscianti e dinamiche, a seconda dell'atmosfera. La sigla è fantastica e ti rimane in testa per molto tempo. Attenti: solo perché alcuni personaggi sono tra i primi a comparire nell'opening, non vuol dire che sopravviveranno.
Unica nota stonata è il doppiaggio inglese: alcune voci non mi hanno convinto per niente.

"Danganronpa: Trigger Happy Havoc" ha avuto un grande successo e sono stati prodotti due sequel, di cui uno in arrivo questo mese in Occidente, e alcuni titoli spinoff, nonché un grande numero di manga e romanzi. Un adattamento anime del gioco è uscito nel 2013.

Chiunque pensi di avere una forte resistenza ai traumi psicologici, giochi a questo gioco. Verrete messi a dura prova da Monokuma. Inoltre, a livello di gameplay, è un titolo molto originale ed è un'ottima alternativa a "Ace Attorney", anche perché ci sono veramente pochi titoli, sulla PSVita, incentrati sull'elemento mystery, quindi merita anche per questo.

RedNerd Andrea

Fun Fact: La voce giapponese di Monokuma appartiene a una grande professionista: Nobuyo Ōyama, amatissima voce di Doraemon. Sentir parlare il tenerissimo gatto portatore di gadget speciali non sarà più la stessa cosa, dopo essere sopravvissuti a Monokuma.

Personaggio preferito: Tutti, tranne Makoto, mi hanno intrigato, nel bene e nel male. Mi sono piaciuti, in particolare, Aoi, Sakura, Kyoko, Taka, Leon e Byakuya. Chi di loro sarà riuscito a sopravvivere?

Commenti

  1. Oooooo. Sono tornate le tette nei videogames. E già è un passo avanti (è una autocitazione. Pregasi non scambiarmi per un sessista... Sono più un artista, apprezzo le cose belle. E le tette lo sono, è inutile girarci attorno).

    L'ORSO. PERCHÉ? ESIGO UNA RISPOSTA PLAUSIBILE. E soprattutto, se qui sappiamo chi è: perché ricicciarlo fuori nel capitolo dopo? Boh?

    E comunque, makoto è eccome un fenomeno: in tutto il Giappone hanno estratto lui. Ci vuole un culo prodigio per riuscirci. E la sua capacità di stare sulle balle a tutti non la sottovaluterei. In Italia sarebbe un ottimo presidente del consiglio. O, se dovesse avere ambizioni più elevate, un'ottima portinaia. (se non avete capito la citazione vi odio un po'. Correte a recuperare lo sketch de i gemelli di AGG e forse potrei tornare a volervi bene).

    E basta: tette e misteri. Lo sto comprando, ho l'animo delicato dell'artista (tipo Goro) e l'intuizione di un detective (tipo Goro). "ha la sensibilità di Goro, la furbizia di Goro. Chi è? Ma è mareval94!"

    Mareval94

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    1. Grazie dei complimenti sinceri. Detti da un grande detect.... [risuona un forte "ZIP"].

      NON DICIAMO ERESIE, LEI È UN CIALTRONE SIG. MAREVAL94.

      -Goro (e Conan attraverso di lui, ma questo Goro non deve saperlo mai)

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