THE HOUSE OF THE DEAD 2 - Non entrate in quella città


Pensavate che l'incubo di Villa Curien fosse finito? Sì...ve piacerebbe. Il primo "The House of the Dead" è solo l'inizio di una saga paurosa e sempre più epidemica. Il secondo capitolo mantiene gli elementi base del gioco, ma porta molti miglioramenti e novità.

Trama: È passato poco più di un anno della strage a Villa Curien e purtroppo l'incubo non è ancora finito: l'agente G (uno dei due protagonisti del primo capitolo) è sparito dopo il suo ultimo avvistamento a Venezia. La città stessa ora è vittima di un'invasione di zombie. Sta ad altri due agenti dell'AMS, James Taylor e Gary Stewart, fermare l'infezione...

Sviluppato da Sega e uscito nel 1998, "The House of the Dead" è diventato in poco tempo una pietra miliare, nelle sale giochi, per poi venire distribuito per molte console, come il Sega Dreamcast, il sistema Microsoft Windows, persino per l'Xbox (bonus giocabile in "The House of the Dead III") e per la Wii, insieme al terzo capitolo sotto la raccolta "The House of the Dead 2 & 3 Return".

Anche questa volta siamo davanti a uno sparatutto in prima persona su binari. Le modalità di gioco sono identiche al predecessore: bisogna addentrarsi attraverso 6 livelli (2 in più del primo capitolo), uccidendo zombie e salvando civili fino ad arrivare allo scontro contro il boss di fine livello. Il giocatore è munito di 3 vite e un caricatore di 6 proiettili; per ricaricare l'arma basta puntare il controller/pistola fuori lo schermo. Si perde una vita ogni volta che venite colpiti da un nemico o sparate a un civile. Finite le vite, o si continua utilizzando un credito o è game over.
Anche qui è impossibile esplorare i dintorni, se non rompendo delle scatole nelle immediate vicinanze (possono contenere vite extra e oggetti preziosi che valgono punti), ma per mezzo di determinate azioni è possibile prendere un sentiero alternativo. Ci metterete un secolo per esplorare ogni singolo angolo del secondo livello, è un labirinto!
Anche qui, la performance di gioco è importante per ottenere un determinato finale: se volete quello migliore, impegnatevi a salvare più civili possibili, ad accumulare tanti punti e a non farvi colpire troppo dagli zombie.

Bene, è ora di dire quattro parole sui personaggi. Nonostante il gioco sia tecnicamente quasi perfetto, i personaggi fanno pena e non parlo della grafica. Non hanno personalità. Come nel capitolo precedente, dei due protagonisti non sappiamo praticamente nulla, se non i loro nomi e i dettagli della loro missione. Quindi non abbiamo idea se James ami giocare con le bambole o con il pongo nel tempo libero, mentre Gary è probabile che segua, a nostra insaputa, le idee del movimento rettiliano o sia a favore della libertà di espressione dei vu cumprà. Possono anche essere degli alieni o Predators travestiti da umani, noi non possiamo saperlo...e probabilmente nemmeno i creatori del gioco.
Novità di questo capitolo è la presenza di due aiutanti, Amy e Harry. Non avete idea di quanto siano indispensabili per il gameplay e per la trama. Se non fosse per loro, i protagonisti sarebbero morti al primo colpo e il mondo ora sarebbe popolato da cannibali.
...Purtroppo scherzo. Sono I-N-U-T-I-L-I. Sono più loro di contorno che le patatine fritte dopo una bella pizza. Se non fossero esistiti, la differenza non si sarebbe sentita minimamente. Ovviamente anche loro non hanno un briciolo di caratterizzazione, sappiamo solo che Amy è (apparentemente) donna e Harry è (apparentemente) un uomo. Anche loro possono essere degli alieni o peggio...zombie travestiti. Sicuramente sarebbe stato un colpo di scena migliore di quelli della trama...se ce ne fossero.
Ovviamente, ci sta anche il cattivone. Si chiama Goldman e, no, non è una persona interamente ricoperta d'oro come la tipa di "Goldfinger". È un uomo tutto elegante e vestito di nero che ama giocare con gli esperimenti e ha la tendenza di apparire, dire cose senza senso e sogghignare a random rimanendo spesso in penombra. Uao, è così cattivo che me la sto facendo sotto. Indovinate un po'? Nemmeno lui è caratterizzato decentemente!

Gli zombie sono ancora più inquietanti e fatti bene, qui. I tipi di nemici sono aumentati, ce n'è pure uno incappucciato come un boia e con la stazza di Maurizio Costanzo!
Anche qui hanno abusato degli animali, in quanto vedremo versioni infette di sanguisughe, rane e...civette. Non vedrete più Edvige con gli stessi occhi.
I boss sono fighi. Sono tutti diversi tra loro, con dei punti deboli differenti e sono in grado di regalare momenti di divertimento e adrenalina.

La trama è semplicissima: due tipi che cercano di fermare un'infezione zombie e il colpevole, scontrandosi con molti nemici. Niente di più, niente di meno. Storia super banale che non contiene sottotrame e colpi di scena (anzi, in realtà ce n'è uno...)
Stesso discorso per la sceneggiatura, quasi tutte le battute consistono in richieste di aiuto, ringraziamenti, scazzi sul perché Venezia sia dominata dal caos e dal curioso modo di Goldman di riferirsi ai due protagonisti, "friends" (amici de che? De gabinetto?)
Anche questo titolo è solo giocabile in inglese, ma non è un problema, tanto bisogna solo sparare.

La grafica ha compiuto passi in avanti. Il tutto è molto più definito, le ambientazioni sono molto belle, anche se non mi spiego perché hanno scelto Venezia come luogo di scanno tra zombie e umani. Poi perché la presenza di un Colosseo nelle vicinanze...vabbè, sorvoliamo che è meglio.
Gli zombie sono più dettagliati, risultando ancora più repellenti e spaventosi (anche qui jump scares a volontà). Anche i modelli dei civili hanno subito delle variazioni, anche se alcuni sono uguali ad altri. Inoltre hanno la strana abitudine di parlare senza aprire le labbra. Una città di ventroloqui, a quanto pare!
Il sonoro è composto da effetti molto buoni e tracce musicali molto accattivanti per ogni livello. Peccato che questo bel lavoro venga affossato da un pessimo doppiaggio inglese. Se le voci del primo capitolo sembravano quelle di una soap opera, quelle di questo gioco non so come definirle. È un tripudio di vocalità piatte e intenzioni bizzarre o esagerate. Il risultato è una roba esilarante da serie B o addirittura Z. Non per niente è reputato uno dei peggiori doppiaggi di sempre, in ambito inglese. E poi ci lamentiamo del lavoro dei nostri professionisti...si vede proprio che non avete giocato a "The House of the Dead 2".

Le pecche a livello di caratterizzazione, doppiaggio e trama sono tante e evidenti. Ma il comparto tecnico è favoloso, il gioco è in grado di darti un'esperienza di gioco davvero divertente e la varietà di sentieri permette una notevole rigiocabilità.
Scommetto che è un titolo che, all'epoca, è stato tra i sovrani incontrastati delle sale giochi. Il suo successo, inoltre, ha portato alla realizzazione di vari spinoff, come "The Typing of the Dead", una versione più simpatica in cui usiamo una tastiera al posto della pistola, "The English of the Dead" per Nintendo DS e "The Pinball of the Dead", un flipper per Game Boy Advance.

Concludo con un pensiero folle: avendoci giocato così tante volte, ho notato che questo gioco presenta tante scene utili per un potenziale ridoppiaggio. Sarebbe figo farlo. Sicuramente verrà meglio di quello originale...o forse no?

RedNerd Andrea

Fun Fact: Anche le versioni per console di questo titolo presentano modalità aggiuntive. Oltre alla modalità "Original", in cui possiamo giocare con varie modifiche come skin o alternative, c'è la modalità "Training", una serie di minigiochi utili per migliorare la propria mira, con tanto di maratona di scontri boss.

Personaggio preferito: Lo zombie boia. A distanza di anni, quella creatura del cavolo mi fa ancora ribrezzo per quanto è spaventosa. Insieme allo zombie redhead (giuro che non è un mio parente!) che maneggia due accette, è stato senza dubbio causa di uno dei miei numerosi traumi infantili.

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