MAMMA MI HA NASCOSTO IL GIOCO - Non fatelo vedere alle vostre genitrici




Poiché non è alquanto fattibile prendere giochi per Switch, qui in Giappone (sennò non posso rivenderli in Italia, probabilmente), al momento mi sto buttando solo su giochi digitali. Da poco sono stati aperti dei saldi estivi: purtroppo quasi niente di big è stato messo in offerta (come il 90% delle volte, d'altronde), ma ho potuto osservare alcuni titoli molto originali, tra cui "Mamma mi ha Nascosto il Gioco". Incuriosito dal gameplay e dallo stile estremamente semplice, ho deciso di prenderlo.

Immagino che molti di voi gamer abbiano subito almeno una volta l'ira delle madri, stufe di vedervi alle prese con una console per più di un'ora al giorno, tanto da entrare in modalità Berserk, irrompere come delle furie nelle vostre camerette, strapparvi di mano l'oggetto incriminato e, senza darvi possibilità di appello, nasconderlo in un posto remoto, sperando di "disintossicarvi" dal gioco.
Il giorno dopo, in qualche modo il gioco veniva ritrovato e si tornava alle sessioni intense di gameplay, con la povera genitrice, arresasi in fretta e demoralizzata sul divano.
È successo anche a me e più di una volta. 

Volete sapere una cosa? Dobbiamo ritenerci fortunati. Perché all'epoca, il gioco di cui vi sto per parlare non esisteva.
Ora, qualunque madre abbia accidentalmente a che fare con questo titolo può prendere in prestito un sacco di idee e prolungare la punizione del povero piccolo gamer per più di una settimana. 

Cominciamo a parlare di "Mamma mi ha Nascosto il Gioco" (in originale "Mama ni geemu kakusareta"), videogioco giapponese sviluppato da Hap Inc. e KEMKO e uscito nel 2016, divenuto in seguito un gioco seguitissimo sui cellulari, tanto da venire rilasciato pure sulla Switch. 
La storia è semplice: un bambino gioca per troppo tempo ai videogiochi e la madre, stufa, decide di sequestrargli la console per più di un mese, nascondendola ogni giorno in un posto diverso. Il ragazzino, però, non demorde, quindi si ingegna ogni giorno per recuperare il suo strumento di sollazzo.

La premessa è molto divertente. Ogni livello rappresenta un giorno e dobbiamo aiutare il protagonista a riprendersi il gioco. Alcuni livelli sembrano delle copie di altri, ma presentano dettagli diversi. 
Gli ostacoli vengono rappresentati dagli elementi più disperati: a volte bisogna trovare un modo per liberarsi del nonno o della sorellina, altre volte dobbiamo avere a che fare con giocatori di baseball, maratoneti e calciatori, altri ancora con vari animali, incluso un coccodrillo.
Ma dove le va a trovare, la madre, certe idee? Ha una mente inquietante.
Il bimbo potrebbe morire in molti modi cruenti, come mangiato vivo dall'alligatore, oppure rompersi un braccio, se è fortunato.
Poi però mi torna alla mente che è un videogioco giapponese. Quindi niente di insolito. 

Oltre alla missione principale, ovvero risolvere l'enigma del giorno per riavere la console indietro, bisogna evitare quindi delle trappole, le più ricorrenti sono la madre del bimbo e un serpente.
La prima è presente in ogni livello e si nasconde negli angoli più disparati per fermare il pargolo dal recuperare l'oggetto dannato. Per vostra fortuna, la signora è sgamatissima, ovvero si nota subito, ergo non cliccate su dove si trova, sennò esce fuori imbronciata ed è subito game over.
Certo però che è furba la signora. Escogita dei piani geniali per nascondere il Gameboy al figlio, poi non è capace di nascondersi in maniera perfetta.
La seconda trappola ricorrente è ancora più sgamabile. Il serpente si nasconde quasi sempre all'interno di un vaso e lascia fuoriuscire la sua coda. Se rompete il suo vaso cliccandogli sopra e il rettile, al grido di un HIIIIIIISSSSS esilarante, vi attaccherà, costringendovi al game over.
Nonostante alcuni enigmi siano molti inquietanti, il tono del gioco è spiritoso, cartoonesco. Infatti se incappate in trappole dolorose, non viene mostrato il bambino ferito, ma solo in preda al panico che scappa, dichiarando il fallimento della sua crociata.

Negli ultimi livelli ci sta un grande colpo di scena, che ribalta completamente il senso del gioco. Devo ammettere che il finale mi ha fatto molta tenerezza, anche perché risulta molto attuale, se paragonato a molti casi frequenti tra gli adolescenti che passano troppo tempo a giocare. 

Il gameplay è un semplice, e mai fuori moda, punta e clicca. Usando il touch screen o I pulsanti del pad, bisogna indagare all'interno della stanza in cui è nascosto il gioco (che è sempre la camera da pranzo unità alla cucina). In alcuni livelli bisogna raccogliere degli oggetti e usarli dove serve, in modo da andare avanti nell'enigma. Se si fa tutto bene, il Gameboy viene recuperato e si avanza al giorno successivo, sennò incapperete nella furente mamma. Bisogna stare attenti anche a quale oggetto bisogna prendere o usare perché alcuni di essi sono inutili o delle trappole, per esempio il portafoglio. NON PRENDETE MAI IL PORTAFOGLIO.
Alcune volte, bisogna usare per forza certi pulsanti del pad, sennò non si combina nulla. 
Se vi trovate in difficoltà, potete ottenere un suggerimento giocando a una breve partita di memory: su otto carte disposte sul tavolo, dovete trovare le due che raffigurano una lampadina. Se trovate altre coppie, incappate in una trappola, come l'onnipresente mamma, il serpente o il nonno pervertito (ancora non ho capito se indossa una maschera alla Rey Misterio o un paio di mutande in faccia...)

Il gioco non presenta un'elevata difficoltà, alcuni puzzle sono risolvibili senza sforzare troppo le meningi, ma alcuni sanno essere un pochino ostici. O forse sono io che non sono una cima. 
Fate voi. 

Oltre all'originalità di alcuni enigmi, il divertimento sta nel poter mettere in pratica la parte sadica nascosta in ognuno di noi.
Salta subito nell'occhio, infatti, che i livelli sono molto rapidi, quindi per evitare di finire il gioco in pochissime ore, vi consiglio di provare a cadere nelle trappole di ogni livello. Non che il mio consiglio sia necessario...sono sicuro che vi verrà in automatico di farlo: non perché il bambino vi stia sulle palle (dopotutto, possiamo riconoscerci in lui), tantomeno perché siete dalla parte della madre, per carità divina (in realtà fanno bene, soprattutto se il gamer è ancora piccolo e deve prima imparare il buon senso), ma perché le trappole sono così sgamabili che bisogna vedere che succede se ci si clicca sopra, sennò non siete soddisfatti.

I livelli totali sono 50, più un minigioco in cui bisogna far fare delle acrobazie a un ginnasta. Non capisco il nesso con il gioco principale, ma è divertente, anzi è meno trash di altri elementi presenti nel titolo.

La grafica è essenziale, è tutto in 2D e piatto, con disegni semplici e colori vivaci. Le ambientazioni sono ristrette, in pratica c'è solo una camera, a cui vengono aggiunti mobili diversi a ogni livello.
Anche la musica è semplice e ci sono pochissime tracce sonore, anche nel caso dei personaggi. Inutile dire che io amo alla follia il sibilo del serpente. Ho azionato parecchie volte la sua trappola solo per sentirlo.

Non aspettatevi un giocone. "Mamma mi ha Nascosto il Gioco" è molto semplice e ruba davvero poco tempo, ma è molto gustoso grazie alla sua originalità e alla follia di alcuni elementi. Non a caso, il titolo è diventato virale tra i cellulari, tanto di spingere gli sviluppatori alla creazione di due seguiti e di uno spinoff dedicato alla sorellina. Spero di metterci le mani presto, PRETENDO che torni il serpente.

Detto questo...non parlate di questo gioco alle vostre madri. 
Se avete un fratellino in procinto di diventare giocatori appassionati, potrebbero decidere di mettere in pratica alcune idee, suggerirle ai padri o ad amici che hanno figli piccoli. 
Se siete cresciuti e vivete ancora con loro, invece, potrebbero provare a riscattarsi dei loro passati fallimenti. 
Qualunque sia il vostro caso...pregate che non siano amanti dei serpenti. Perché quelli veri fanno male e non hanno un sibilo divertente. 

RedNerd Andrea

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