LA FAVORITA - Battaglia senza esclusione di colpi



Mi è venuta voglia di cinema d'autore. Ogni tanto sento la necessità di allontanarmi da blockbuster action, storie horror e film trash, così da dedicare un po' di tempo all'accrescimento della mia cultura cinematografica.

"La Favorita" aveva catturato il mio interesse da tempo, grazie ai suoi ripetuti spot in televisione. Nonostante sapessi già che mi sarei trovato di fronte a un film abbastanza impegnato, sono caduto in tentazione e sono finalmente andato al cinema a vedermelo.

Faccio sempre bene a fidarmi del mio istinto. Il film è carismatico, divertente in vari sensi della parola e un piacere per gli occhi. Non mi sorprende che questo gioiellino abbia fatto incetta di nomination agli Oscar e ai Golden Globes.

Trama: Anna, Regina di Inghilterra, è coinvolta in un momento molto delicato: la sua nazione è in guerra con la Francia. A causa della sua salute cagionevole, non riesce a essere molto presente e lucida, quando si tratta di prendere importanti decisioni politiche. La vera amministratrice del potere della Regina, infatti, è la sua consigliera Sarah, una donna intelligente e spietata. I piani della donna, però, verranno presto rovinati a causa dell'arrivo della cugina Abigail...

Diretto da Yorgos Lanthimos e scritto da Deborah Davis e Tony MacNamara, "La Favorita" (in originale "The Favourite") è un film storico che contiene elementi sia comici che drammatici.

Il film ruota intorno a tre donne: la Regina Anna (Olivia Colman, "Broadchurch" e prossimamente in "The Crown"), la sua consigliera Sarah Churchill (il premio Oscar Rachel Weisz) e sua cugina Abigail (il premio Oscar Emma Stone). Altri personaggi sono Harley (Nicholas Hoult), proprietario terriero e oppositore politico di Sarah; Masham (Joe Alwyn), barone interessato a Abigail; il Duca di Marlborough (Mark Gatiss), marito di Sarah impegnato nella guerra, e il Primo Ministro Godolphin (James Smith).

Le tre protagoniste sono divine e rappresentano il cuore del film. La Regina è un personaggio più complesso di quanto sembri: all'apparenza debole, infantile e svampita, in realtà è una persona che cerca solo qualcuno in grado di amarla e valorizzarla. Ci sono alcune scene in cui fa davvero tenerezza, come quando racconta cosa c'è dietro al suo numeroso allevamento di conigli nella sua stanza. Non pensate, però, che sia una cretina. La sua intelligenza non è da sottovalutare.
Sarah e Abigail comprendono bene la Regina e sanno anche i suoi più torbidi segreti: entrambe sfruttano la cosa a loro vantaggio, una per realizzare i suoi progetti politici, l'altra per il suo tornaconto personale. Se Sarah è fin da subito una donna affermata e di statuto nobiliare, Abigail viene introdotta come una ragazza povera che ha perso la sua nobiltà a causa del padre. Tuttavia, la giovane possiede la stessa ambizione della cugina e si rivelerà ancora più spietata. Il suo personaggio ha l'evoluzione più sviluppata, tra le tre.
Bellissime e potenti, le due donne sono così moralmente cattive che è difficile tifare perché una di loro diventi la favorita della Regina.
A livello recitativo, le attrici sono spettacolari. La Colman è quella che ci regala una performance più forte, sofferta e viscerale. Si è trasformata, anche fisicamente, alla perfezione.
Non che la Weisz e la Stone siano da meno. Entrambe interpretano due donne belle, di carattere forte e anticonvenzionale, ma con una grazia e una malizia più sopraffine. Anche nei momenti più grotteschi o violenti, non abbandonano il loro appeal nobile. Personalmente sono felice di aver trovato tre attrici fenomenali in un solo film: se Rachel Weisz (mio idolo di infanzia, grazie alla sua mitica Evelyn in "La Mummia") e Emma Stone (a mio parere, ha meritato l'Oscar per la sua bellissima interpretazione in "La La Land") già le conoscevo bene, Olivia Colman è stata una scoperta davvero piacevole.

I personaggi secondari, tutti maschili tra l'altro, sono meno interessanti o poco sviluppati, a eccezione dell'irritante Harley; per quanto sia mosso da ideali, si spera, nobili, il suo modo di fare non è moralmente migliore di quello di Abigail e Sarah. La presenza sua e del Primo Ministro Godolphin servono a dare anche una contestualizzazione politica e storica dell'Inghilterra degli inizi del XVIII secolo: non solo in guerra con una potenza maggiore come la Francia, ma afflitta dai ripetuti conflitti tra i tory, contrari alla guerra e al raddoppiamento delle tasse, e i whig, a favore della guerra.

La storia è uno scontro all'ultimo sangue tra due cugine per accaparrarsi le simpatie della Regina. Inizialmente è Sarah la favorita, in quanto sua consigliera e amica fidata.
Poi, un giorno arriva la povera Abigail, in cerca di un impiego, e gli equilibri a corte vengono totalmente sballati. Alla prima occasione, Abigail sfrutta i problemi di salute della Regina e comincia a circuirla, cominciando un brutale conflitto di interessi con la cugina. Più il tempo passo, più la competizione si fa sempre più torbida e violenta fino ad arrivare a un finale soddisfacente per noi del pubblico.
In sintesi la storia si può riassumere così:  "Tra le due litiganti, la Regina se la gode."

Come già detto, l'evoluzione più interessante riguarda Abigail e si può notare sia nella sua importanza sempre crescente nella vita della Regina Anna sia nei momenti in cui sfida la cugina nella variante animale di tiro a piattello (invece di un piatto, si spara a un volatile).
Ho trovato molto interessante la rappresentazione della donna in un contesto politico così "vecchio" come quello del XVIII secolo: le tre figure femminili sono, a modo loro, delle forti personalità e detengono più potere degli uomini.
Mi ha divertito molto, invece, la rappresentazione fuori dalle righe della vita di corte, tra signori che scommettono e fanno il tipo durante una corsa delle anatre (sì, solo a immaginarlo fa molto ridere) e l'ambiguità nelle conversazioni. L'atmosfera è alquanto grottesca. Penso che gli animalisti soffriranno non poco, nel vedere delle tenere anatre sfruttate per il divertimento dei nobili e altri uccelli usati per il tiro a piattello (spero vivamente che questa pratica sia passata di moda).
Non si può definire questo film una commedia o un'opera drammatica: ci sono scene molto ironiche, in grado di strappare qualche risata anche in maniera inaspettata, ma anche momenti più tesi, con litigi e urla. C'è da dire, però, che il ritmo della storia è molto rilassato, in alcune scene anche un po' troppo, soprattutto verso la parte finale. La storia scorre attraverso vari capitoli, ognuno intitolato secondo una battuta che viene pronunciata durante il capitolo in particolare.

La sceneggiatura è un piccolo capolavoro. I dialoghi si alternano tra scambi cortesi, di linguaggio forbito, e battute più volgari e dirette, senza risparmiarsi in simpatici doppi sensi. Fa strano sentire nobili inglesi del XVIII secolo che parlano in questo modo, ma ciò contribuisce a rendere più originale l'atmosfera del film.
I personaggi sono interessanti, soprattutto le tre protagoniste ben sviluppate, e la storia è rappresentata con un ritmo tranquillo, senza troppi fronzoli e pathos.

Le ambientazioni sono molto belle: la corte della Regina predomina per tutto il film. Ogni stanza è enorme e bellissima, la campagna all'esterno con i suoi boschi è stupenda. L'Inghilterra si conferma come un luogo davvero affascinante.
I costumi sono una delizia: io di solito non impazzisco per gli abiti storici, ma qui sono vere opere d'arte. Complimenti vivissimi a Sandy Powell (creatrice degli splendidi vestiti del live action di Cenerentola, "The Aviator", "Shakespeare in Love", "Carol" e altri film), soprattutto perché riesce a rappresentare, attraverso i suoi pregiati outfit, il carattere dei personaggi e la loro evoluzione sia caratteriale che di rango.
Menzione speciale anche per la tecnica di regia di Lanthimos: alcune inquadrature sono davvero ben fatte, aiutano lo spettatore a immergersi completamente nella scena.
La colonna sonora è, allo stesso tempo, raffinata e energica. Ovviamente lo stile è classico-barocco e si sposa alla perfezione con l'ambientazione del film.

"La Favorita" è un film superlativo sotto molti aspetti: la recitazione è di alto livello, la storia intrattiene, le ambientazioni e i costumi sono molto belli. Ogni elemento funziona in rapporto con gli altri.
Sicuramente non avrò capito bene i significati più profondi di quest'opera, ma mi è piaciuto molto, la sua capacità di intrattenimento non è da sottovalutare.

A sorpresa, il film ha ottenuto, insieme a "Roma" di Alfonso Cuaron, più candidature ai premi Oscar di ogni altro film in competizione quest'anno: sono 10 le categorie in cui è nominato, tra cui "Miglior Film", "Miglior Regista" per Lanthimos, "Miglior attrice" per Olivia Colman, "Miglior attrice non protagonista" per Rachel Weisz e Emma Stone, "Miglior sceneggiatura originale" e "Migliori costumi" per Sandy Powell.
Purtroppo, come ogni anno, non sono riuscito a vedere molti film in gara per gli Academy Awards, ma sarei davvero felice se "La Favorita" si dovesse portare a casa qualche statuetta.
Riuscirà la Colman a vincere contro la leggendaria Glenn Close? Sarebbe una grande sorpresa.


  • RedNerd Andrea

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