UNA SERIE DI SFORTUNATI EVENTI (3a STAGIONE) - Look away 'till the end



Tutte le storie belle e avvincenti sono destinate a finire. "Una Serie di Sfortunati Eventi" non fa eccezione.
Non ho avuto la fortuna di leggere i libri, da bambino, e ho cominciato a nutrite interesse per la saga dopo aver visto il film con Jim Carrey.
Siete autorizzati a brandire forconi e torce e urlare "Blasfemo!", me lo merito.

Grazie alla serie tv Netflix, ho potuto conoscere più fedelmente la storia e sono rimasto catturato, dal primo episodio, da tutte le sue particolarità: l'atmosfera perennemente cupa, i personaggi strambi, gli antagonisti orridi, la sfiga incessante. Un inno al pessimismo, ma in grado di farti ridere quando meno te lo aspetti.

Divorai la prima stagione. 
Divorai ancora più in fretta la seconda. 
Ho dovuto divorare anche la terza, con un rush finale per le ultime puntate, ma l'ho fatto con fatica perché non volevo finire questa assurda storia.
Già mi mancano i fratelli Baudelaire. 

La terza stagione de "Una Serie di Sfortunati Eventi", adattamento dei libri per bambini di Lemony Snicket, ci è arrivata come un regalo di buon anno nuovo, visto che è stata rilasciata il primo gennaio. Qualunque studente flagellato dalla sessione invernale come me avrà pianto di felicità: a differenza dei protagonisti della storia, finalmente una gioia, per di più a inizio anno!
Questa stagione è più breve delle altre, presenta solo 7 episodi, ispirati agli ultimi capitoli della saga: "La Scivolosa Scarpata", "L'Atro Antro", "Il Penultimo Pericolo" e "La Fine". Quest'ultimo è l'unico ad essere stato trasposto in un unico episodio, gli altri sono, come da tradizione, divisi in due parti.

Tutti i protagonisti principali tornano per quest'ultima corsa: i fratelli Violet, Klaus e Sunny Baudelaire (Malina Weissman, Louis Hynes e Presley Smith), inseguiti, come sempre, dal perfido Conte Olaf (Neil Patrick Harris), dalla sua allegra compagnia teatrale e da Esmé Squalor (Lucy Punch); nel mentre, il banchiere più inutile del mondo, Arthur Poe (K. Todd Freeman), continua a non fare nulla. Come sempre, la storia viene narrata dall'onnipresente Lemony Snicket (Patrick Warburton).
Ci sono molti graditi ritorni, come il Giudice Strauss (Joan Cusack) e la pestifera Carmelita Ghette (Kitana Turnbull).
Ovviamente non mancano le new entry: conosciamo per bene Kit Snicket (Allison Williams), terza sorella Snicket apparsa negli ultimi minuti della serie precedente, mentre in ogni episodio appaiano i tipici comprimari occasionali, tra cui Fiona Controsenso (Kassius Nelson), i gemelli Frank e Ernest Climax (Max Greenfield), il misterioso Ishmael (Peter MacNicol) e due nuovi cattivoni, La donna con i capelli ma senza barba e L'uomo senza capelli ma con la barba (Beth Grant e Richard E. Grant).
Ultima, ma non meno importante, Morena Baccarin (la mitica Vanessa in "Deadpool") nei panni di un personaggio inaspettato.

Il cast è, come sempre, azzeccato. Sebbene Olaf possa sembrare la vera star della serie, i tre supremi iellati bucano lo schermo e riescono a farsi amare. Averli come fratelli sarebbe davvero divertente, basta che Sunny non mi morda. Secondo me, ora che è finita la serie, comincerà un interessante futuro per questi giovani attori. 
Menzione speciale per la più piccola dei Baudelaire: finalmente comincia ad alternare versi con frasi di senso compiuto. 
Tornando al meravigliosamente odioso Conte, è troppo forte. Harris è un fuoriclasse. A livello di personaggio, sa essere un villain mai banale e psicologicamente ben definito. Inoltre, avremo modo di conoscere la storia di Olaf, cosa mai successa nelle stagioni precedenti.
Esmé la si vuole strangolare ogni volta che dice "questa cosa è in/out", ma è una sagoma ed è super carismatica. Sarebbe bello vederla al timone di "Ma Come Ti Vesti?", insieme a Enzo Miccio e Carla Gozzi. Formerebbero un trio perfetto, grazie al loro essere estremamente irritanti ma esilaranti.
Il signor Poe rivela, finalmente, il suo punto forte: la coerenza. Inutile nella prima stagione, inutile nella seconda e inutile pure in questa. Manco sa essere simpatico. Ogni sua scena mi fa salire il nervoso.
Lemony Snicket, invece, fa sempre la sua bella figura nella narrazione. Ammetto che vorrei averlo come voce della mia vita, soprattutto nelle tante giornate piene di sfiga. Almeno porterebbe un po' di allegria. Come per Olaf, avremo modo di conoscere più approfonditamente il suo background, ma riusciremo anche a capire la sua posizione in linea temporale, riguardo l'intera faccenda. 
Carmelita è il perfetto mix di antipatia, inutilità e assillo. Un grande plauso per la piccola attrice, perché ha reso alla grande il trash e la cattiveria del suo personaggio, ma a differenza di Esmé, non sono riuscito a reggerla per un solo istante per due motivi principali:
- Mi ricorda i bulletti ai tempi delle elementari
- Il nome Carmelita mi fa pensare a Barbara D'urso. Mi aspettavo da un momento all'altro che dicesse "Col cuore, sniffacroste!"

Anche i personaggi secondari sono interessanti. I compari teatranti di Olaf sono sempre simpatici e fanno anche molta tenerezza. Stesso discorso per il giudice Strauss (di cui ho sentito tanto la mancanza), peccato che sia stupida come pochi. 
Kit è un'ottima aggiunta, è un'eroina cazzuta ma allo stesso tempo dolce. Fiona, nonostante sia una bambina, ha un carattere molto complesso e regala un colpo di scena assolutamente imprevedibile. Ishmael è inquietante, ma secondo me i gemelli (uno buono e uno cattivo, tra l'altro) non sono stati sfruttati a pieno.
L'uomo con la barba ma senza capelli e La donna con i capelli ma senza barba non appaiono molto, ma riescono a farsi odiare anche più di Carmelita...e nel mio caso, ce ne vuole. Viscidi e cattivi al punto giusto.

La storia riprende da dove termina la seconda stagione: Olaf ha lasciato Klaus e Violet al loro destino, mentre si porta con sé la piccola Sunny, in quanto gli serve almeno un Baudelaire vivo per intascarsi la loro fortuna. Piccolo spoiler: ovviamente Klaus e Violet si salvano per il rotto della cuffia. Dopo tutte le rogne subite fino a quel momento, ci mancava solo che morissero, per di più in maniera umiliante.
Oltre a cercare di salvare la sorella, i due fratelli devono trovare la famigerata Zuccheriera prima di Olaf ed Esmé. Ma cosa cavolo contiene questa Zuccheriera, visto che Esmé la desidera anche più di un vestito Versace? Finalmente lo scoprireremo e sarà una notevole sorpresa.
Questa particolare caccia al tesoro porterà buoni e cattivi in un sottomarino, in luoghi dimenticati da Dio e in un hotel pieno di contraddizioni. 
Molti nodi verranno al pettine: Perché Olaf è così cattivo? Riusciranno i Baudelaire a sconfiggerlo una volta per tutte e poter ricominciare a vivere in pace?
Il finale non si risparmia in colpi di scena e fino alla fine ci fa tenere incollati allo schermo. 
L'ultima puntata mantiene i toni mystery e cupi ma regala anche molti momenti emozionanti. Gli ultimi minuti sono un vero turbine di feels, a un certo punto ho cominciato a piangere. Non penso di essermi mai commosso così tanto per una serie televisiva.
Dopo che è successo di tutto e di più, il calvario dei Baudelaire sembra arrivare alla fine.
Con questa ultima stagione, "Una Serie di Sfortunati Eventi" non tradisce il suo stile: avvenimenti drammatici narrati con black humor, non-sense e una perpetua malinconia. Si finisce per ridere nelle scene più inaspettate, ma ci sono anche momenti pieni di tensione, soprattutto se a vedere la serie sono persone che non hanno mai letto i libri, come me.

La sceneggiatura è sempre brillante. I nomi di personaggi e luoghi sono sempre originali e, nonostante il ritmo lento, i dialoghi e la storia scorrono lisci e appassionano. I personaggi sono tutti interessanti. 

Come sempre, a livello estetico la serie è molto dark, ci sono pochissime scene assolate. Sembra sempre nuvoloso e i colori sono quasi tutti spenti o scuri (tranne gli outfit improponibili di Esmé e Carmelita).
La sigla è sempre un piacere ascoltarla, ormai si finisce per cantarla insieme al Conte Olaf. Ci sono altri momenti musical, molto carini, e la colonna sonora azzecca sempre in pieno l'atmosfera.

Il cerchio si chiude. 
Questa stagione è la degna conclusione di una storia tutt'altro che felice, con tre giovani protagonisti perseguitati da un conte malvagio e da incessanti ielle.
Mi mancheranno tanto i Baudelaire, non lo so perché. Mi ero davvero affezionato alle loro disavventure. 
Vuol dire che mi leggerò i libri. 

RedNerd Andrea

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