SPECIAL - Accettare sé stessi è sempre la parte più difficile




Ormai il tempo è diventato una questione delicata. Più passano gli anni, più diminuisce il tempo libero a nostra disposizione. Tra lavoro, sport, ricerche, studi, rogne personali, ci si sta rendendo conto che a malapena abbiamo il tempo di dormire e nutrirci. 
In pratica, fare qualcosa di rilassante come vedere le serie TV diventa sempre più complesso: già è tanto vedere 2-3 puntate al giorno di un serial, soprattutto se ogni episodio dura minimo 45 minuti.
Ma gli amanti del mondo multimediale sono testardi: piuttosto che mettersi a guardare il vuoto e riflettere sul senso della vita, cercano qualcosa di veloce da vedere, finendo puntualmente per trovare qualche gemma nascosta.
La stessa cosa è successa a me: è così che ho scoperto "Special", una serie semplice, divertente, profonda, ma soprattutto rapida da finire.

Trama: Ryan, gay e disabile, è un giovane che lotta per trovare un posto tutto suo nella società. Tutto sembra cambiare, quando viene assunto come stagista in un'azienda che produce contenuti multimediali...

Diretta da Anna Dokoza e scritto da Ryan O'Connell, "Special" è una serie televisiva di genere commedia, basato sull'autobiografia "I'm Special: And Other Lies We Tell Ourselves", scritta da O'Connell. Quest'opera vanta tra i produttori Jim Parsons (Sheldon Cooper in "The Big Bang Theory") ed è un'opera originale Netflix.

Il protagonista, Ryan Hayes, è interpretato dallo sceneggiatore O'Connell. Altri personaggi comprendono Karen (Jessica Hecht, "Breaking Bad", la madre apprensiva di Ryan; Kim (Punam Patel), collega e cara amica di Ryan; Olivia (Marla Mindelle), capa di Ryan e Kim; Carey (Augustus Prew), migliore amico di Kim, e Phil (Patrick Fabian), nuovo vicino di casa degli Hayes. Nel corso degli episodi appaiono altri personaggetti simpatici, come la nonna di Ryan e un escort gay.

Parto subito con un appunto riguardo il protagonista: Ryan O'Connell è veramente disabile. Impossibile non intenerirsi in alcune scene di vita quotidiana abbastanza difficili per lui. Il ragazzo però mostra una grande forza di volontà e ha reso i suoi "problemi" il suo punto di forza, creando una serie TV molto godibile. A livello recitativo, è molto bravo e il suo personaggio è molto divertente e complicato: avendo sofferto molto nel passato, il ragazzo vuole finalmente intraprendere la vita che desidera. A volte però, esagera nel suo essere acido e commette qualche cavolata. Ogni tanto la tentazione di mandarlo affettuosamente a quel paese fa largo nei nostri cuori.
Karen è complicata quanto suo figlio: è apprensiva (giustamente), fa un lavoro duro e ha dimenticato cosa sia la vita sociale. Complimenti anche alla Hecht per aver interpretato con molta grazia un personaggio molto ansiogeno. 
Kim è la regina della serie. Ogni sua scena è oro puro, dice un sacco di battute divertenti e il suo modo di ragionare è alquanto interessante. Se tutti prendessimo esempio da lei, forse ci sarebbero meno problemi di autostima nel mondo. Una vera idola. Ryan sarà pure il protagonista della storia, ma Kim è il vero cuore della serie.
Olivia è la reincarnazione di Chanel Oberlin di "Scream Queens": odiosa, stupida, insensibile, sprecona.
Ma ha anche dei difetti.
Molte volte la si vorrebbe prendere a pugni, ma riesce a essere divertente in maniera molto inaspettata. 
Carey è adorabile, lui e Ryan sono una bellissima ship, ma come Olivia ha un background scarso, rispetto agli altri protagonisti. Sarebbe stato bello vedere qualche scena in più con lui.
Anche Phil è interessante e ci permette di vedere un lato inedito di Karen.
Nonostante il cast non sia fortemente nutrito, è composto da personaggi accattivanti e ben interpretati.
Menzione speciale alla nonna di Ryan: adorabile solo in apparenza, regala in poco tempo molte perle trash.

La storia è molto semplice, fa parte della vita quotidiana di molte persone: Ryan è stufo di vivere "in una gabbia" e cerca di trovare la sua indipendenza. L'occasione si presenta grazie all'azienda Eggwock, che lo prende come stagista. Nonostante la cattiveria di Olivia, Ryan riesce a trovare subito un'amica in Kim.
Il problema, però, è un altro: Ryan non ha il coraggio di rivelare ai suoi colleghi di avere una paralisi cerebrale, quindi mente a tutti dicendo di essere rimasto zoppo per colpa di un incidente (reale) avvenuto da poco. Questo già mette il ragazzo in una posizione scomoda: se gli altri dovessero scoprire la verità? Ovviamente sappiamo tutti che la disabilità non è una cosa di cui vergognarsi o su cui fare pregiudizi e bullismo...ma mai dire mai, con dei personaggi inventati.
Trovato il lavoro, Ryan comincia ad attraversa un periodo completamente nuovo della sua vita, circondandosi di persone nuove e allontanandosi sempre più dalla "morsa" della madre apprensiva.
Oltre alle vicende di Ryan, abbiamo anche modo di vedere come la vita di Karen cambi proprio grazie all'indipendenza del figlio e all'arrivo del misterioso nuovo vicino Phil.
Il ritmo della serie è molto tranquillo e leggero: ci sono molte scene divertenti e anche i momenti più drammatici vengono resi con semplicità, senza scadere nella tragedia greca. La durata molto breve degli episodi (dai 12 ai 15 minuti) permette una visione molto piacevole e rapida. È una serie che si può finire in un giorno!
Nonostante la storia sia prevalentemente divertente, il finale è molto intenso e lascia molti punti interrogativi. 
Un pregio davvero grande di questa serie è il saper affrontare temi molto attuali e delicati, come l'omosessualità, la disabilità, ma anche questioni più "blande" ma degne di approfondimento, come l'autostima e la paura del non venire accettati, con ironia. Riuscire a strappare una risata e allo stesso tempo spingere a riflettere non è da molti.

La sceneggiatura è molto simpatica: i dialoghi sono comici e sembrano molto spontanei, si ride anche per un nonnulla. I personaggi risultano molto interessanti e la storia è molto semplice, visto che riguarda episodi di vita quotidiana.
I titoli degli episodi sono dei buffi giochi di parole. 

Ambientazioni carine e molto americane, sarebbe davvero bello avere questi luoghi di periferia pure qui in Italia, con tante casette colorate e strade pulite. Ma questa rimarrà per sempre un'utopia.
Le musiche sono semplici, molto azzeccate alla serie, anche se non risultano memorabili. Ho preferito vedere questa serie in lingua originale e non me ne sono pentito per niente: nonostante le cadenze americane mi innervosiscano, la recitazione è fantastica.

"Special", se vogliamo vederla da un punto di vista superficiale, è una serie ottima per chi ha pochissimo tempo libero ma desidera comunque svagarsi su Netflix. Tuttavia, è un'opera che sa intrattenere e fa riflettere molto, sotto la sua corazza molto sarcastica. Trasmette dei messaggi molto belli.
Io non vedo l'ora di vedere una seconda stagione. Ci sono ancora troppe cose da approfondire, soprattutto dopo il disgraziato finale.

Ricordatevi: accettatevi per quello che siete, non createvi nessuna maschera. Vedrete che i veri amici vi vorranno bene per quello che siete.

RedNerd Andrea

Commenti