DANGANRONPA V3: KILLING HARMONY - I traumi sono tornati




Dopo aver finito "Goodbye Despair", pensavo che ormai niente mi avrebbe più scalfito, nemmeno il nuovo capitolo di "Danganronpa". 
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AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH.
Quanto sò simpatico.

Invece ho avuto a che fare con "Killing Harmony", il terzo capitolo. Apparentemente scollegato alle storie precedenti, questo gioco porta la serie di "Danganronpa" a un livello superiore. Quindi anche questa volta, mi sono emozionato, mi sono affezionato ai personaggi e ho subito i peggiori traumi e mainagioia. E vabbè, sono una persona sensibile.

Trama: 16 studenti della Ultimate Academy for Gifted Juveniles si risvegliano nella loro scuola. Non hanno ricordi sul proprio passato e non si conoscono l'un l'altro. Arrivati in palestra, incontrano un inquietante orso robot, che annuncia loro che un gioco al massacro sta per avere inizio...

Sviluppato e prodotto dalla Spike Chunsoft e uscito l'anno scorso per PS Vita, PS4 e Steam, "Danganronpa V3: Killing Harmony" (in originale "New Danganronpa V3: Minna no Koroshiai Shin Gakki") è un titolo di genere avventura, crime e visual novel. Esso è il terzo capitolo della saga principale di "Danganronpa", nonché il quarto gioco del franchise in generale.
Cosa vorrà significare "V3"? Non sta a me dirlo. ;)

Nuovo gioco, nuova scuola, quindi nuovi personaggi.


Dal primo in alto a sinistra, abbiamo:
- Korekiyo Shinguji, esperto antropologo e personaggio più inquietante del gioco. Quando parla, ti sembra di trovarti in un film dell'orrore giapponese. Ma come fa a parlare bene, con quel bavaglio?
- Angie Yonaga, artista e super devota al dio Atua. È così egocentrica che usa la terza persona, quando parla di se stessa. Ti verrebbe da dire "Oh che carina, così piccola e allegrotta", poi ti dice che ad Atua aggradano i sacrifici di sangue e subito speri di non venire ucciso.
- Kirumi Tojo, cameriera superefficiente e servile. In pratica, la colf che tutti desiderano. Così disponibile che ti chiederebbe persino di soffiarti il naso con le sue mani.
- Kokichi Oma, leader cattivo supremo. Ecco il nano malefico del gruppo. Bugiardo e provocatore fino al midollo. Ce lo vedo bene come opinionista fisso ai reality show.
- Tsugumi Shirogane, abilissima cosplayer. Può travestirsi da qualunque cosa...a patto che sia parte dell'universo fittizio. Sennò le fa allergia, porella.
- K1-B0, o Keebo, robot. Alterna momenti in cui è adorabile in altri in cui, se potessi, attiveresti la sua distruzione, poi però ti ricordi che il nano malefico ama sfotterlo, quindi lo lasci alla sua mercè.
- Tenko Chabashira, esperta lottatrice di neo-aikido (stile inventato da lei e dal padre). Odia tutti gli uomini, probabilmente anche il padre. Ha due cose in comune con Iron Fist: è una combattente ed è ripetitiva fino alla nausea. Al secondo "degenerate male" (maschio degenerato), desidererete mandarla K.O.
- Kaede Akamatsu, protagonista e pianista brava quanto Giovanni Allevi. Finalmente una protagonista femmina, per giunta piacevole e piena di sfumature interessanti. Hanno finalmente capito che Makoto del primo gioco era un pessimo eroe e che con Hajime c'era stato un lieve miglioramento.
- Kaito Momota, astronauta. Chiacchierone e ottimista, in poco tempo diventa il bro dei tuoi sogni. Ero tentato di fargli il brofist, ma poi avrei rotto la PS Vita.
- Maki Harukawa, si presenta come bambinaia, ma appena ti rivolge la parola (se lo fa), ti viene qualche dubbio. Però è simpatica e regala soddisfazioni...e la ship più bella del gioco.
- Shuichi Saihara, detective. La copia moscia e inutile di Kyoko del primo gioco, però tutti gli vogliono bene.
- Ryoma Hoshi, tennista e ex-detenuto. Sì, è un liceale, anche se sembra un puffo. E ha il vocione. E fuma pure. Inquietante.
- Rantaro Amami, il più smemorato di tutti, infatti manco si ricorda il suo talento. Attenti a non nominare il suo cognome a voce alta, i fan di Emma Marrone reagiranno cantando a squarciagola un suo successo.
- Himeko Yumeno, maga (se dici "prestigiatrice", si offende). Piccola e tenera, compensa il suo talento con una pigrizia assurda. 
- Gonta Gokuhara, entomologo. A primo impatto, se lo vedi infarti, poi ti rendi conto che è il più sensibile e affettuoso di tutti, ergo vorresti abbracciarlo ogni minuto. Da notare che è andato alla stessa scuola di grammatica di Tarzan.
- Ultima, ma non meno importante (anzi), Miu Iruma, inventrice e regina del trash. Supergnocca e intelligente, ama insultare il prossimo e fare allusioni sessuali a go go. Poi però le vai contro e diventa un agnellino (o addirittura si eccita). Esilarante, la si ama o la si odia.

Come sempre, ognuno di loro eccelle in un campo specifico. Nonostante certi caratteri tremendi, è difficile non affezionarsi a loro.
Ho apprezzato tutte le personalità, piena di sfumature, anche nel caso del triste Shuichi. Ottime anche le varie relazioni che si instaurano tra di loro, importanti ai fini della trama.

Questi erano gli eroi/vittime.
Ora passiamo ai cattivi.
L'orso robot è ovviamente Monokuma, il simpatico bastardo simile a un peluche, metà nero e metà bianco, in gran forma. 
Purtroppo per noi, ora è affiancato dai "Monokubs", assillanti piccoli orsacchiotti che appaiono quando meno te lo aspetti:
- Monotaro, il cucciolo rosso e abbastanza normale.
- Monophanie, la cucciola rosa, tutta carina e impressionabile.
- Monokid, il cucciolo blu e metallaro.
- Monosuke, il cucciolo giallo e sapientone.
- Monodam, il cucciolo verde, dall'aspetto ancora più robotico degli altri.
Li odierete già dal prologo.

Passiamo alla storia.
Vestiamo i panni di Kaede, ci risvegliamo all'interno di una scuola, senza memoria di quello che ci è successo prima. Sappiamo solo chi siamo e il nostro talento. Non lo trovate un deja vù?
La ragazza vaga per l'edificio, alla ricerca di altre persone e finisce in palestra, dove incontra i suoi futuri compagni di avventura e i loro carnefici: Monokuma e i cuccioli.
I bastardini vanno subito al sodo: i ragazzi dovranno partecipare a un gioco omicida in cui solo una persona, alla fine della fiera, potrà lasciare la scuola. Chi si ribella o trasgredisce alle regole verrà fatto a pezzi dai loro robottoni. 
I nuovi studenti, quindi, sono costretti a prendere parte a questa follia. Nonostante alcuni di essi riescano a diventare amici, Monokuma inserisce nei momenti meno opportuni degli stimoli/moventi e quindi i delitti avvengono. A ogni omicidio, dopo aver condotto delle indagini, i sopravvissuti attraversano un processo al fine di smascherare il colpevole: se vincono, il colpevole viene giustiziato e si va avanti, ma se falliscono, solo l'assassino sopravvive e lascia la scuola, mentre gli innocenti muoiono.
I ragazzi, quindi, dovranno affrontare varie rogne: i loro segreti peggiori, le loro identità, colpi di scena a go go... 
Preparatevi a tanti shock, uno dei più tremendi arriva subito, durante il primo capitolo. Ve lo giuro, non ve lo aspetterete per niente. Dopo il primo grande plot twist, il gioco non sarà più lo stesso. 
Anche in questo capitolo, l'ordine delle morti dei personaggi non è per niente banale. Se siete persone che si affezionano facilmente, armatevi di forza spirituale ed emotiva: probabilmente dovrete dire addio, in ogni episodio, ad almeno un personaggio che vi piace.
Alla fine, i pochi superstiti faranno i conti con chi è dietro il gioco al massacro (vi pare che Monokuma si muova da solo?) e gli ultimi segreti verranno rivelati. Il finale è veramente una sorpresa e ribalterà ancora una volta la visione degli eventi del gioco. Non tutto, però, viene chiarito. 
Essendo la saga di Makoto Naegi bella che conclusa (il capitolo finale è uscito in versione animata), questo terzo gioco sembra introdurci a un nuovo mondo e a nuovi personaggi, del tutto slegati a quelli della prima trilogia...apparentemente. 
Come sempre, la storia è divisa in sei capitoli: in ognuno di essi avviene almeno un omicidio e si scoprono nuove informazioni su ogni studente protagonista.
Confrontando questo nuovo titolo con i predecessori, si notano molti elementi in comune nella struttura della trama. 
Ovviamente, l'atmosfera principale è drammatica e piena di tensione (alcuni momenti fanno davvero male), però ci sono anche delle scene ironiche.

La sceneggiatura è vasta, in quanto il gioco è una visual novel. Ci sono tantissimi dialoghi, alcuni variano in base alle scelte precedenti. 
I personaggi sono molto interessanti, anche se alcuni sono più mosci di altri, ma hanno tutti un carattere con delle potenzialità. Se devo essere sincero, i protagonisti di questo gioco sono più fighi di quelli del primo e, forse, di quelli del secondo.
Ci sono moltissimi riferimenti alla cultura popolare. Ho persino pensato di annotarmeli tutti, ma è stato impossibile. 
La storia, di base, è semplice. La parte più complessa consiste nei background personali dei vari personaggi e la loro vera personalità. Infatti, il tema principale di questo gioco è: verità vs finzione/bugie. Più si avanza nella storia, più questa tematica è evidente. 
Nonostante i dialoghi siano molti, sanno essere molto coinvolgenti, sia nelle scene comiche che in quelle più drammatiche. 

Il gameplay è molto variegato. 
Le tre modalità principali sono, in ordine temporale, tre: la parte più social, quella investigativa e il processo. 
La prima avviene nella prima parte di ogni capitolo: i vari ragazzi dialogano con loro, esplorano la scuola, affrontano Monokuma e la sua prole e fanno varie attività insieme, alcune delle quali demenziali. In alcuni momenti, si possono attivare degli eventi sociali privati in cui la protagonista interagisce esclusivamente con uno studente a scelta. Il risultato dell'evento non ha valore canonico, ma è utile per scoprire aspetti inediti degli altri personaggi. Ogni legame può essere approfondito fino a un livello massimo, quindi bisogna parlare con ogni personaggio più volte. Può capitare che lo studente che vi interessi di più diventi improvvisamente irreperibile, ovvero muoia. Tranquilli, potete finire di rafforzare il legame in un'altra modalità, di cui vi parlerò più in là, quindi non pensate che sia stato solo uno spreco di possibilità e tempo. Un'altra cosa molto importante è il livello del personaggio: infatti, camminando, esaminando e colpendo oggetti, potete riempire la barra esperienza. Salendo di livello, otterrete punti abilità, molto utili per sbloccare abilità da usare durante i processi. Alcuni oggetti, se colpiti, vi possono dare delle Monocoins, monete utili per acquistare oggetti per rafforzare le amicizie o video/immagini/musiche della galleria.
In poche parole, questa prima modalità è esplorativa e dedicata all'interazione tra i personaggi. 
Finita questa fase, avviene l'inevitabile. 
Qualcuno more. Inutile dire che vi tocca scoprire l'identità del colpevole. 
Potete esplorare le zone legate al crimine, ma in questa seconda parte bisogna esaminare e raccogliere prove, cliccando sulle parti di vostro interesse. Ogni prova raccolta viene inserita nel vostro tablet, in cui potrete consultarla ogni volta che volete fino alla fine del caso. Anche qui, esaminare aiuta a far salire il livello della protagonista.
Una volta raccolto ogni indizio e interrogati gli studenti, Monokuma convoca tutti nell'aula adibita al processo in classe, in cui cercheremo di smascherare il colpevole.
Questa terza fase è la più complessa, in quanto divisa in molte sottoparti, tra dialoghi, risposte secche e minigiochi. Inoltre, rispetto ai giochi precedenti, sono stati introdotti molti elementi nuovi. Qui è importante prendere bene la mira con la levetta analogica, per poi sparare le frasi interessate con i pulsanti. Prima di ogni processo, potete aggiungere delle abilità in grado di rendere più facile o difficile il gameplay.
L'elemento più ricorrente è, anche qui, il dibattito non-stop, in cui tutti gli studenti vivi discutono dell'omicidio e sta a noi trovare le contraddizioni. Se infatti una frase tra quelle evidenziate in arancione stona con le prove in nostro possesso, bisogna colpirla con l'indizio in questione, sotto forma di "Truth Bullet" (Proiettile della verità), in modo da andare avanti con il processo. A volte, sembra impossibile trovare una contraddizione; in frangenti come questi entra in gioco la prima new entry, chiamata "Lie Bullet" (Proiettile Bugia). Usando questi proiettili, si bluffa con una menzogna in modo da vedere se qualcuno casca nella trappola, facendosi sfuggire dettagli importanti. Questo elemento nuovo è molto divertente, anche se difficile da usare. Se si usa il proiettile nelle frasi sbagliate, tutti cominciano a darvi del bugiardo, la situazione diventa un pochino grottesca.
In alcuni casi, un personaggio in particolare vorrà confutare una nostra affermazione: inizia il "Rebuttal Showdown", una sorta di duello tra protagonista e personaggio ostacolo, in cui bisogna difendersi dalle sue frasi, per poi sparare la prova giusta sulle contraddizioni. Rimesso il rompiballe al suo posto, si torna alla discussione normale.
Ora, è tempo di introdurre altre funzionalità inedite di questo gioco: la prima è il "Mass Panic Debate", in cui alcuni personaggi cominciano a parlarsi sopra, rendendo difficile comprendere ogni singola frase. Bisogna, quindi, controllare ogni riquadro, a cui corrisponde uno degli studenti coinvolti, notare la contraddizione e colpirla con la prova giusta. La seconda, e mia preferita, è il "Debate Scrum", che viene attivato quando si raggiunge un punto di stallo riguardo un preciso argomento e si formano due schieramenti: uno sostiene l'argomento, l'altro invece ne è contro.
Quando riuscite finalmente a smascherare il colpevole, lo affronterete in uno scontro finale e disperato a ritmo di musica. Se riuscite a vincere, il killer confesserà e arriverete alla fine del processo.
In mezzo a queste parti maggiori di gameplay, ci sono anche dei minigiochi utili per ottenere indizi aggiuntivi, come il sempreverde "Hangman's Gambit", in cui bisogna comporre delle parole azzeccando l'ordine delle lettere. Visto che il gioco è interamente in inglese, non è sempre facile capire la parola, anche se la sapreste dire in italiano. Minigiochi inediti sono "Mind Mine", in cui bisogna distruggere dei blocchi per svelare degli oggetti, uno dei quali è la risposta a un quesito posto durante il processo, e "Psyche Taxi", in cui si guida una macchina: prima di tutto, bisogna comporre una domanda raccogliendo lettere per la strada; ottenuta la domanda bisogna raccogliere la ragazza che tiene con sé la risposta esatta; azzeccata la domanda, si ripete il tutto finché non si risponde bene a tutti i quesiti previsti. Se prendete la ragazza sbagliata, perdete una vita (Monokuma addirittura dice che la tizia ci evira...che amabili giochetti).
Finito il capitolo, ci viene data una valutazione, basandosi sulle nostre performance deduttive. Più è alto il voto, più Monocoins otteniamo. 
Oltre alla storia principale, sono disponibili delle modalità aggiuntive, maggiormente disponibili dopo aver completato il gioco: "Love Across the Universe", in cui potete approfondire liberamente le amicizie con gli altri studenti o persino sviluppare una storia d'amore; "Ultimate Talent Development Plan" è una specie di gioco dell'oca in cui dovrete affrontare tre anni scolastici, affrontando combattimenti e vivendo eventi insieme agli altri studenti. Oltre ai nuovi personaggi, potete usare anche i protagonisti dei primi due giochi! Se volete assistere a crossover impensabili, questa è la modalità giusta per voi; "Despair Dungeon: Monokuma's Test" è una modalità dalle influenze GDR in cui viene formata una squadra di personaggi ottenuti o tramite il gioco dell'oca oppure tramite un'apposita macchinetta, usando le Monocoins. Molto utile è anche il Casinò, in quanto contiene altri minigiochi ottimi per raccogliere più monete.
Altra modalità è la Galleria, in cui è possibile vedere ammirare sketch, rivivere i momenti salienti della storia (i giocatori votati al masochismo estremo possono riguardare all'infinito le scene di morte) e riascoltare le varie musichette del gioco. Ogni elemento costa un certo numero di Monocoins, quindi bisogna racimolarne molte.
La vera impresa è collezionare tutti gli oggetti utili per approfondire l'amicizia con gli studenti: alcuni sono molto rari da pescare nelle macchinette a premi, altri invece si possono solo acquistare al negozio del casinò, in cambio di un sostanzioso numero di monete casinò.

Passiamo a un argomento davvero delicato: le morti. Chi ha avuto già modo di giocare alla saga di "Danganronpa" sa benissimo quanto gli sceneggiatori siano in grado di programmare decessi cruenti. In questo gioco, i bastardo incaricati alla scrittura dimostrano di non avere perso il vizio: sia le vittime che i colpevoli giustiziati sono protagonisti di morti davvero brutali, maligne, non importa se siano maschi, femmine, dolci, odiosi, sexy, racchi...muoiono male. MALISSIMO. In alcuni momenti, ho addirittura pensato che lo staff si sia spinto ancora più in là, rispetto ai primi due giochi, visto che alcune morti mi hanno fatto davvero male all'anima.
Bravi, sceneggiatori: non solo fate del male a delle povere anime innocenti, ma ferite mortalmente anche noi del pubblico. Non so se meritate un premio per il vostro talento di sadisti o una punizione peggiore di tutte quelle attuate finora da Monokuma.
Nel dubbio vi odio. Col cuore.

La grafica è molto carina: ogni personaggio ha una sua identità anche nei colori e nel suo abbigliamento. C'è un'impronta molto più futuristica, rispetto ai giochi precedenti e l'ho trovata molto azzeccata. La scuola è enorme, ci sono anche degli edifici esterni e un cortile grande. Visto che non tutte le aree non sono disponibili dall'inizio, non vedevo l'ora di avanzare nella trama anche solo per ammirare la scuola in tutta la sua bellezza.
Per quanto non ami il viola e le sue tonalità, mi ha affascinato il suo uso nello stile estetico del gioco. Di tutta la serie, questo gioco è il più bello a livello visivo.
La colonna sonora è sempre coinvolgente. Ci sono sia tracce già sentite che alcune nuove: per esempio, la musica che parte sempre durante il "Debate Scrum" è troppo forte, rende il momento ancora più epico. La sigla d'apertura assume un tono più jazz/blue: nonostante preferisca ancora l'opening del secondo gioco (adrenalinica come non mai), anche questa è davvero bella.

"Danganronpa V3: Killing Harmony" è un gioco davvero valido e tiene ancora a un livello alto la qualità della saga "Danganronpa". Il gameplay riesce a essere innovativo, anche se molti elementi non sono cambiati, e finalmente abbiamo una storia che non abbia a che fare con quel pesce lesso di Makoto Naegi. La grafica mi fa impazzire e forse neanche so il perché. I nuovi protagonisti sono fantastici, quindi il pensiero che molti di loro non arriveranno ai titoli di coda spinge subito a rintanarsi a un angolino, ridendo per non piangere.
Al momento non si se ci sarà un seguito a questa nuova saga. Da una parte vorrei sapere che fine faranno i superstiti, dall'altra non voglio avere a che fare con un nuovo capitolo pieno di cattiveria, feels e traumi.
Sperare o non sperare? Questo è il vero trauma.

RedNerd Andrea

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